editoriali
Quello di Verona non è un imprevedibile “caso Serpico”: evitare l'inutile e moralistico effetto sorpresa
Il punto non è scandalizzarsi perché i soprusi avvengono, ma produrre un sistema di controllo – e tutela dei cittadini – più efficiente. Le violenze in questura, i rischi della politica e la forza della democrazia
La gravità dei reati avvenuti nella Questura di Verona ai danni di cittadini inermi, pestaggi e torture, per i quali sono stati arrestati cinque agenti di polizia e una ventina denunciati non ha bisogno di commenti. Se dovessero essere comprovati in sede di giudizio – il principio garantista non va abbandonato nemmeno in questo caso aberrante – meriteranno la giusta pena. E servirà poi un attento lavoro dei vertici delle forze dell’ordine per bonificare eventuali sacche di comportamenti inaccettabili. Ma bisogna evitare un’inutile e moralistico effetto sorpresa, come se si trattasse di un imprevedibile caso Serpico, il celebre poliziotto che negli anni Settanta smascherò le malefatte dei suoi colleghi della Polizia di New York. Da allora, con cadenza statisticamente rilevabile, in America e altrove i “casi Serpico” si ripetono: segno che una polizia senza macchia non esiste, ma che il sistema di controlli funziona. Si potrebbe dirlo anche per l’Italia, non fosse che i nostri meccanismi istituzionali rendono spesso più lenti e difficili gli interventi di bonifica.
Il punto non è scandalizzarsi perché i soprusi avvengono, ma produrre un sistema di controllo – e tutela dei cittadini – più efficiente. La stampa e l’opposizione fanno bene a denunciare, ma devono stare attenti a non far passare quanto accaduto a Verona (o nella Milano governata dalla sinistra) come il prodotto “inevitabile” di un governo di destra. Non lo è, basta controllare il triste elenco dei nostri “casi Serpico”. La destra stia invece molto attenta a minimizzare: quanto successo non può essere relativizzato. E rifletta molto bene sulla cattiva idea di abolire il reato di tortura. Va poi sottolineato che il caso di Verona è stato scoperto grazie a un’indagine della stessa Questura e della polizia, come avvenne a Santa Maria Capua Vetere e in altri luoghi. Persino nel caso Cucchi, inizialmente offuscato, lo Stato fu capace di ristabilire la giustizia. Questa è la democrazia, questi la forza delle istituzioni e l’onore delle nostre forze dell’ordine fedeli al proprio compito. Polemiche strumentali non servono.