Editoriali
Il buio della Lucetta. Il cupo moralismo della teologa Scaraffia
L'esperta di materie religiose dimostra di non sopportare i defunti contenti come il Cav. E scrive che i suoi funerali “non toccano il tema bruciante del giudizio divino”
La più triste scia che il funerale di Berlusconi si è lasciato dietro sono le prediche acide e prive di buone idee dei moralisti del (loro) scontento. Una su tutte, Lucetta Scaraffia. Sulla Stampa premette di non voler parlare “del controverso tema dei funerali di stato”, ma controverso perché?, e ci fa grazia pure di discettare della “toilette delle signore”, seppure forse sul tema avrebbe potuto dire qualcosa di più appropriato. No, Scaraffia vuole parlare “del discorso dell’arcivescovo Delpini, al quale è seguito un applauso, mentre il prelato annuiva soddisfatto”. Quel che provoca stizza alla teologa rigorista non è il gesto mondano in sé, ma che “in questo caso gli applausi sono stati mal riposti perché l’omelia era brutta, intessuta di banalità”. Felici di non aver dovuto sorbirci, anziché il bravo arcivescovo, il sermone della papessa. Ma ciò che risulta davvero impalatabile è il cupo moralismo, tutto fuorché cattolico, delle sue riflessioni: “Una personalità controversa, che si dichiarava cattolica e credente, ma poi smentiva questa dichiarazione con molti comportamenti”. Smentire la propria fede con i peccati fa scandalo solo a chi, come Scaraffia, come Rosy Bindi, come tanti presunti puri e sputasentenze, si ritiene al riparo dagli errori. I sepolcri imbiancati per cui “mestier non era parturir Maria”, per dirla con Dante. Scaraffia ha certo i suoi ambiti di competenza, ma insegnare la dottrina ai vescovi è un po’ troppo. Nella sua visione il cristianesimo sarebbe un tormento ai limiti dell’umano e s’indigna (o sarà per via di Berlusconi?) perché i funerali “non toccano il tema bruciante del giudizio divino”. Invece secondo la teologa in cattedra, Delpini ha fatto un “obituary di taglio televisivo” e “tracciato una via di fuga dal pensiero della morte per tutti i presenti”. Forse sì, e viene da dire grazie a Dio: una via cristiana per darsela a gambe dal moralismo indispettito di Scaraffia. E infatti molti laici, che non vivono offesi con la vita, lo hanno apprezzato.