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Lo sciopero si ferma, ma i sindacati attacano Salvini: "La precettazione è vergognosa"
"Orgoglioso di aver restituito il diritto di lavoro a milioni di italiani", dice il ministro. Ma le sigle sindacali promettono di impugnare il provvedimento. Polemica anche a sinistra. Fratoianni: "Scelta indecente"
Dopo le inconcludenti trattative portate avanti con i sindacati di categoria e i rappresentanti di Trenitalia e Italo, il ministro Salvini ha firmato nella serata di ieri un provvedimento di riduzione della durata dello sciopero indetto dal personale ferroviario. L’astensione dal lavoro era inizialmente prevista per le durata di 24 ore a partire dalle 3 del 13 luglio, ma con l’intervento del ministro la durata è stata sostanzialmente dimezzata e lo sciopero dovrebbe dunque terminare alle ore 15 di oggi.
L’ordinanza, annunciata con grande rilievo sui canali social, è stata motivata dal ministro dalla necessità di non “lasciare a piedi un milione di pendolari in una giornata che prevederà temperature intorno ai 35 gradi in tutto il paese”. Ruspondendo alle critiche Salvini si è detto "assolutamente orgoglioso di aver restituito il diritto di lavoro a milioni di italiani che oggi pomeriggio sarebbero rimasti a piedi". Al contempo il ministro vuole intestarsi il ruolo di mediatore. Così, nello stesso video, ha fatto sapere di voler aprire un tavolo negoziale tra aziende del settore e sindacati di categoria, “in modo da dare risposte a lavoratrici e lavoratori delle ferrovie, rispettando però il diritto alla mobilità di tutti”.
I sindacati, tuttavia, non l'hanno presa bene. Filt-Cgil ha definito la decisione “vergognosa, sbagliata e illegittima”, precisando che al momento non ci sono passi in avanti nelle trattative con le aziende e per questo motivo verrà confermato anche lo sciopero del personale aeroportuale di terra previsto per sabato.
L'ordinanza di Salvini, secondo il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio, rischia anche di essere inutile: "L'impressione generale è di un ministero che prova a recuperare tempo perso quando ormai è troppo tardi. Treni e aerei sono già stati cancellati in previsione dello sciopero e quindi in ogni caso non saranno evitati i disagi ai viaggiatori che vanno imputati a chi ha portato le trattative a un punto morto", ha dichiarato.
C'è poi la polemica sulla modalità di intervento, con l'ordinanza firmata all'ultimo minuto. Il ministero, ha spiegato Malorgio, era a conoscenza della proclamazione degli scioperi da circa un mese e ciononostante “in questi 34 giorni nulla è stato fatto per evitarli mentre vi era tutto il tempo e la disponibilità per farlo”. Per questo, continua Malorgio, “i disagi ai viaggiatori vanno imputati a chi ha portato le trattative ad un punto morto” ha affermato.
"Ricorreremo nelle sedi giudiziarie competenti per impugnare questo provvedimento che contrasta pesantemente con il diritto allo sciopero previsto dalla nostra Costituzione", hanno invece annunciato il segretario generale Claudio Tarlazzi e il segretario nazionale Roberto Napoleoni della Uiltrasporti
Anche le opposizioni intervengono sulla vicenda. “La decisione assunta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, è grave e immotivata", ha detto la vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio, mentre ancora più netto nelle accuse è Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana: "Sullo sciopero del trasporto ferroviario la scelta di Salvini è indecente e politicamente anche un po' infame perchè lo sciopero era stato dichiarato con tutti i crismi previsti dalla legge".