Lo stupro di gruppo che sarebbe avvenuto il 7 luglio a Palermo è stato documentato dalle telecamere di sorveglianza (Ansa) 

editoriali

Dal libro del generale allo stupro di Palermo. Le contraddizioni di Salvini su libertà e pena e le idee (opposte) di Nordio

La castrazione di Buridano

Redazione

Due pesi e due misure. Sul caso dello scritto autopubblicato del parà Vannacci, il vicepremier leghista si fa paladino della libera circolazione delle idee e della tolleranza, mentre sula violenza del branco torna a fare il Truce. E mette (ancora) in difficoltà il ministro della Giustizia

Gira e rigira, l’immagine che viene più spesso alla mente quando ci si deve occupare delle idee di Matteo Salvini è quella dell’asino di Buridano. Talmente contraddittorie, e spesso senza coerenza interna sono molte delle sue idee. Per stare alle ultime. Ha annunciato con tono stentoreo che lui il libro del generale Vannacci lo comprerà e soprattutto leggerà, “perché prima di commentare e giudicare è giusto leggere”. E questa voltairriana apertura alla libera circolazione delle idee e alla tolleranza che deve valere per tutti, potrebbe persino fargli onore. Non fosse che il brogliaccio del generale non vale davvero il prezzo su Amazon, e che il principio andrebbe poi applicato sempre: assieme a Voltaire, alla base delle società libere c’è anche lo Spirito delle leggi.

 

Senonché, a proposito dell’orribile stupro del branco di Palermo, il segretario della Lega è tornato su uno storico cavallo di battaglia populista della Lega formato Calderoli: la castrazione chimica. Di cui ha offerto una interpretazione scientifica: applicare in Italia “ciò che è già stato oggetto di sperimentazione in vari paesi del mondo, come il trattamento ormonale per bloccare gli androgeni o la castrazione chimica”. Una soluzione semplicemente violenta per un atto violento. E se la sparata sul libro di Vannacci era scientemente diretta a litigare con Meloni, questa ha l’unico effetto di mettere di nuovo in difficoltà il ministro della Giustizia. Carlo Nordio, ancora magistrato, fu molto chiaro in proposito: “La nostra reazione ai numerosi, anche recenti, fenomeni di stupro è così sdegnata da farci ipotizzare le pene più aspre per gli autori di questo odioso reato”. Ma “la possibilità di rendere inoffensivi questi criminali neutralizzandoli con gli strumenti chimici di cui oggi disponiamo non sarebbe una scelta razionale”. E li spiegò, in un articolo per il Messaggero ripreso in questi giorni.

 

Le contraddizioni di Salvini potrebbero mettere a sua volta il povero Nordio nella posizione dell’asino di Buridano: tirare dritto senza badare, o tirare un calcio dell’asino a Salvini?