Editoriali
I Club Dogo e Beppe Sala salveranno Gotham-Milano?
Il sindaco partecipa da protagonista al video in stile Batman con cui il gruppo ha annunciato la reunion . Buona comunicazione, ma ora tocca risolvere per davvero i problemi della città
Che il sindaco Beppe Sala, nonostante qualche botta che ha preso di recente, non avesse perso il senso dell’umorismo e dello spettacolo – due doti senza cui non c’è vera Milano – nessuno lo ha mai messo in dubbio. E così, in un venerdì mattina uggioso e funestato dallo sciopero, eccolo apparire in cima ai grattacieli della città e partecipare da protagonista a un evento di spettacolo e comunicazione divertente, nuovo, di quelli che si possono leggere anche in controluce. Che la reunion dei Club Dogo, gruppo rap o hip hop di culto milanese (e non solo) della prima decade del millennio fosse nell’aria le decine di migliaia di fan cresciuti con nel cuore e nelle orecchie Guè (Pequeno), Jake La Furia e Don Joe lo sapevano da tempo.
Ieri in una scanzonata operazione di marketing la città si è svegliata tappezzata da manifesti e annunci (senza data) del ritorno. Ma il colpo vero è un video, subito virale, in cui Beppe Sala interpreta sé stesso, o meglio il sindaco di Gotham City, replicando una mitica scena di Batman, e Claudio Santamaria gli spiega che la città che urla di dolore può essere salvata solo da un supereroe, “una leggenda”. “Non possiamo permettere che vincano loro”. E il sindaco di Gotham-Sala: “Ma combatterlo coi tuoi metodi non lo posso accettare”. “Ma sono l’unica speranza”. Solo che non è Batman, sono i Club Dogo.
Negli ultimi tempi, con motivi reali ma spesso con eccesso di polemica fuori misura, Milano è stata paragonata a Gotham City. Sala conosce i problemi, ha chiesto all’ex prefetto Gabrielli di dargli una mano sulla sicurezza. Ma dalle strade salgono altri disagi, rumori. Accettare di scherzarci sopra, da sindaco, è un piccolo segnale intelligente per dimostrare di conoscere i fatti. E anche per dire ai milanesi che i supereroi che sistemano tutto non esistono. Ora attendiamo che il sindaco scenda dai tetti notturni di uno skyline un po’ minaccioso, magari per svegliare la città, e soprattutto la politica.