editoriali
Cosa ci insegna il caso del killer del Maine, l'ultima delle stragi negli Stati Uniti
Diciotto morti, una lunga caccia all’uomo. I dettagli di questa circostanza specifica e i dati (sempre più alti) sulle sparatorie in America
La prima telefonata al 911 di Lewiston, nel Maine, è arrivata poco prima delle 19 di mercoledì: c’è un uomo che sta sparando dentro a una sala da bowling. Poco dopo, altre chiamate: ora gli spari sono in un bar distante qualche chilometro, particolarmente affollato perché al mercoledì sera ci sono degli sconti speciali, l’uomo che spara sembra essere lo stesso. Per ora si contano 18 morti – sette al bowling, otto al bar, tre in ospedale – e tredici feriti, che sono secondo le statistiche più o meno i morti ammazzati del Maine nel corso di un anno.
Lewiston, una cittadina di 40 mila abitanti, è chiusa in casa: il killer non è stato ancora catturato. E’ stato però identificato: Robert R. Card, 40 anni di Bowdoin, a mezz’ora di auto da Lewiston, un istruttore di armi da fuoco della riserva dell’Esercito americano assegnato al centro di formazione di Saco, a settanta chilometri da Lewiston. Card era stato ricoverato in una clinica per problemi mentali per due settimane l’estate scorsa: secondo i primi documenti, diceva di sentire delle voci e minacciava di far saltare in aria la base militare. Card è considerato molto pericoloso perché instabile mentalmente e molto abile nell’utilizzo delle armi. La caccia all’uomo è continuata mentre la governatrice del Maine, Janet Mills, si stringeva attorno a Lewiston e a tutti gli abitanti del Maine, un milione e trecentomila persone che si sono sempre considerate tra le più sicure di un’America parecchio insicura.
La legislazione dello stato non prevede controlli per le persone che acquistano armi e nel 2016 una consultazione per introdurre questi controlli era stata bocciata. In questo caso non sarebbe cambiato molto essendo il killer un istruttore del poligono, ma secondo i dati del Gun Violence Archive aggiornati al 30 settembre, nel 2023 sono morte 571 persone in 487 sparatorie di massa.