Le zone calde
I trattori per ora non sfondano nelle grandi città. Una mappa delle proteste
Agricoltori e allevatori in piazza contro Bruxelles, il green deal e il caro prezzi (e tanto altro). Da Udine a Foggia, i trattori invadono le strade e creano disagi, ma si fermano alla provincia e ai caselli autostradali: Roma è ancora lontana
"Vogliamo sopravvivere, vogliamo vivere, vogliamo resistere". È il grido degli agricoltori italiani che da quasi due settimane a questa parte si sono riversati nelle strade, nelle piazze, nelle città e nei paesi per protestare contro i problemi che affliggono la categoria, prendendo spunto da quello che sta succedendo in mezza Europa. Contro l'Unione europea e il Green deal, contro l'aumento dei prezzi di carburanti e materie prime, contro il via libera al "novel food", come la farina d'insetto. Una mobilitazione nazionale, capillare lungo tutto lo stivale, resa possibile da un'organizzazione che si è fatta per lo più sui social network, in primis i gruppi Facebook e i canali Telegram. Nel corso di questi giorni sono nati diversi movimenti spontanei, uno fra tutti "Riscatto Agricolo". Ne fanno parte, oltre che gli agricoltori, anche gli allevatori, qualche attivista no vax e no-euro e alcune frange dei movimenti di estrema destra. Tornano in piazza anche i Forconi, il movimento che poco più di dieci anni fa bloccò il traffico in diverse città italiane per protestare contro il governo, le tasse e la crisi economica.
L'obiettivo degli agricoltori in protesta è uno solo: riportare al centro, davvero, il "made in Italy". Morente, dicono, per le scelte dettate dalle politiche di Bruxelles. Alle rimostranze di queste settimane ha risposto anche la politica, primo fra tutti il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ieri, in pieno spirito da campagna elettorale ha apertamente spiegato che: "I trattori che sono in piazza in tutta Europa hanno problemi con l'attuale Commissione europea. La Commissione von der Leyen da questo punto di vista è disastrosa, sul fronte del lavoro e dei diritti". Anche il diretto interessato, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida è intervenuto a un presidio a Verona, all'esterno dell'evento di Fieragricola, dove ha incontrato agricoltori che fanno capo alle sigle Riscatto agricolo e Uniti si vince. Lollobrigida ha assicurato che il governo è consapevole delle istanze del settore e si sta muovendo di conseguenza.
"Il funerale del Made in Italy"
Le proteste di queste ultime settimane hanno colpito diversi punti della penisola, da nord a sud. I contadini hanno iniziato a mobilitarsi invadendo le strade con i trattori e i mezzi agricoli, bloccando il traffico e proclamando sit-in nei punti strategici delle vie del commercio. Sono state bloccate alcune autostrade, alcuni porti e vie d'accesso alle grandi città. La protesta è partita dalla Sicilia e dalla Tuscia. Nei giorni scorsi i mezzi agricoli hanno paralizzato il traffico della Cassia nord in prossimità di Porta Fiorentina, uno degli accessi a Viterbo, e sfilato a Orte, sempre nel Viterbese, con anche momenti di tensione con le forze dell’ordine, che hanno evitato un blitz al casello della A1. Oggi un centinaio di mezzi ha sfilato nella zona industriale di Tarquinia, in provincia di Viterbo.
A Udine una settantina di trattori si sono radunati lunedì mattina nel parcheggio dello stadio, mentre due giorni fa è iniziato un presidio organizzato dai contadini sardi a Cagliari. Pastori e agricoltori si sono ritrovati davanti al porto principale con i trattori per protestare contro le politiche dell'Unione europea e se non saranno ascoltati resteranno lì fino a domenica.
In Toscana le macchine agricole hanno sfilato lungo la linea autostradale A1, causando problemi al traffico e rallentamenti. A Pisa, per esempio, si è svolto il primo "corteo funebre del Made in Italy": i contadini hanno allestito una bara sopra a un furgone per celebrare il "funerale dell'agricoltura italiana". La stessa idea l'hanno avuta i contadini di Avellino, che hanno montato sopra a una ruspa un feretro avvolto dal tricolore italiano. "Un chilo di grano ce lo pagano 25 centesimi, sapete bene quanto costa un chilo di pane al supermercato. Non c'è più tempo, gli agricoltori sono allo stremo, il lavoro non è più remunerativo. Stiamo lavorando sotto costo di produzione e cosi non va". Sono le parole di Salvatore Fais, agricoltore di Piombino e coordinatore generale, almeno si intuisce, del movimento spontaneo "Riscatto agricolo" nato in questi giorni, che si dice "apolitico, apartitico e non sindacale".
Centinaia di trattori hanno invaso anche le vie di Foggia. Sempre in Puglia, a Brindisi i manifestanti hanno dato il via a un presidio nel porto che durerà qualche giorno, come sta accadendo a Cagliari.
I trattori non sfondano nelle grandi città
Nonostante i manifestanti abbiano circondato l'area sud del capoluogo lombardo, non sono entrati a Milano. I trattori per il momento infatti non sono entrati in nessuna grande città. Bologna è stata, per esempio, una delle prime a vedere la sfilata dei macchinari agricoli, arrivati alle porte del centro nella zona della Bolognina e di San Donato. Dai paesi della provincia alcuni trattori sono partiti, questa mattinata, verso Ravenna per protestare contro l'aumento dei prezzi delle materie prime, disagi che si aggiungono a quelli legati all'alluvione di maggio.
Diversi partecipanti di "Riscatto agricolo" in varie zone d'Italia hanno dichiarato anche oggi che puntano a entrare a Roma. Ma per il momento le maggiori aree interessate dalle proteste sono state quelle intorno alle città più piccole e vicine alle grandi aziende di produzione agricola, per una manifestazione che fondamentalmente parte dalle campagne. Le regioni maggiormente colpite dai presidi sono infatti quelle lungo la Pianura padana, come Lombardia ed Emilia Romagna, il primo appennino in Toscana, la Calabria e la Puglia. Quelle regioni, insomma, che hanno un grosso comparto agricolo fondamentale nella loro economia del lavoro.
Azioni anche contro Coldiretti
Alcuni contadini che hanno preso parte al movimento di Fais, ieri hanno bloccato l'accesso e l'uscita al casello autostradale di Brescia centro, mandando in tilt il traffico. L'obiettivo per i manifestanti era quello di raggiungere la sede locale di Coldiretti, principale associazione di categoria. Quella a Brescia non è stata la prima manifestazione di dissenso contro la confederazione: anche a Viterbo i manifestanti hanno bruciato le bandiere gialle e verdi.
Sempre al nord, ieri, un corteo di 400 agricoltori e 250 trattori ha sfilato lungo l'autostrada di Melegnano, nell'area sud di Milano. L'obiettivo rimane sempre lo stesso: farsi ascoltare. Per questa ragione gli agricoltori hanno annunciato un presidio lungo le aree verdi dell'ingresso autostradale che durerà tre giorni, con presenze anche notturne. Anche oggi saranno presenti lungo le aree verdi dell'autostrada.
Un movimento che si fa sui social
Una grande mano ai manifestanti è arrivata dai social network, in particolare Facebook che si è trasformato nel canale di comunicazione principale dei trattori, fondamentale per l'organizzazione, ma soprattutto per la spettacolarizzazione, delle manifestazioni. Messaggi di solidarietà, aggiornamenti sulla situazione, foto, video. Ma anche teorie complottiste e tante fake news. A partecipare alle proteste, infatti, soprattutto digitalmente, ci sono anche frange di no-vax, complottisti delle scie chimiche e militanti di estrema destra. Il gruppo "Cra - Agricoltori traditi" – guidato dall'ex "forcone" Danilo Calvani – per esempio conta circa 10 mila membri e pubblica una decina di post al giorno. Parlando all'Huffington Post, Calvani promette che i trattori marceranno su Roma "entro cinque giorni". "Ormai abbiamo deciso. Questo movimento sta diventando enorme. Pensavamo di farcela per domenica, ma non è semplice. C’è una logistica da organizzare", dice il leader del Cra (Comitati riuniti agricoli). "Andiamo avanti a oltranza e prepariamo una protesta eclatante".
Nei prossimi giorni, in ogni caso, sono tante le sigle che continueranno le manifestazioni e i presidi nei vari territori. Resta da capire dove, almeno in Italia, questo movimento arriverà e se la politica nazionale (Lollobrigida in primis) sarà in grado di contenere l'ondata di dissenso. O se il dibattito intorno alla protesta diventerà solo funzionale alla campagna elettorale per le prossime elezioni europee. Considerando la matrice populista e sovranista dei movimenti contadini chi potrà giovarne sono forze come la Lega in Italia o il Rassemblement National in Francia. L'Ue, ieri, ha cercato di tendere una mano ai manifestanti proponendo diversi compromessi.