Trattori al Colosseo - foto Ansa

Scissioni

Gli agricoltori fanno come la sinistra: si dividono. E i motivi sono tutti politici

Nicolò Zambelli

La rabbia iniziale dei contadini sembra non essere più un collante efficace per le proteste. Dopo l'incontro a Palazzo Chigi si moltiplicano le sigle e le manifestazioni, ma nonostante le aperture del governo le richieste restano sempre quelle

"Giovedì noi staremo all'interno del nostro presidio della Nomentana senza partecipare alla manifestazione al Circo Massimo perché non dobbiamo far strumentalizzare le nostre proteste dalla politica". Con queste parole Salvatore Fais, uno degli esponenti di Riscatto Agricolo, è uscito di scena e, insieme al suo collega Andrea Papa, ha abbandonato il comitato direttivo del movimento (pur restando insieme agli agricoltori). Troppa politica in mezzo, per loro, che di politica non vogliono sentire parlare. Ed è proprio la politica che ha causato le prime separazioni tra i gruppi di manifestanti.

Il tutto è partito dopo la convocazione delle associazioni di categoria a Palazzo Chigi. C'è chi quell'incontro lo ha disprezzato e chi invece non così tanto. Fais e Riscatto Agricolo rientrano nel primo caso, mentre Roberto Rosati, che fino a ieri apparteneva allo stesso movimento, al secondo. Proprio lui oggi ha ufficializzato quello che ieri aveva annunciato, cioè l'istituzione di un altro gruppo di manifestanti, una confederazione: la Maf, "Movimenti agricoli federati", che più degli altri sembra pronta a dialogare con il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.

 

 

Con quest'ultimo gruppo, i movimenti spontanei diventano tre. A loro due si aggiunge il Cra di Danilo Calvani, che domani porterà i trattori al Circo Massimo. Anche nel comitato direttivo del suo movimento, domenica, c'è stata una spaccatura. Un esponente infatti si è dimesso e anche qui il motivo è tutto politico: non era d'accordo sulla presenza di membri dell'estrema destra all'interno della manifestazione di domani. Sì, perché in piazzale Ugo La Malfa domani sarebbe dovuto esserci anche Giuliano Castellino, ex leader di Forza Nuova e condannato nel primo grado d'Appello per l'assalto alla Cgil nel 2021. Castellino in ogni caso non ci sarà, visto che la questura ieri gli ha negato il permesso di partecipare in quanto risulta essere "sorvegliato speciale". Ora questi tre gruppi hanno indetto altrettante manifestazioni, sempre a Roma, che avranno luogo domani e sabato. Una separazione degna della sinistra nei suoi giorni migliori, se si vuole fare un paragone azzardato. 

 

Tre sfilate nella capitale

Andando in ordine di data, domani al Circo Massimo Danilo Calvani dirigerà una manifestazione per "sostenere la mobilitazione del comparto agricolo relativa alle problematiche di settore". Sarà aperta a chiunque deciderà di scendere in piazza con i contadini ed è prevista la presenza di circa 5 mila persone da tutta Italia, ma l'ex leader dei Forconi spera si arrivi a toccare vette di 20 mila. I trattori presenti saranno solo dieci, ma il successo della protesta lo farà il numero di manifestanti che si uniranno alla causa.

Parallelamente a Calvani, manifesteranno anche i pescatori, gli artigiani e il Popolo delle partite iva. L'obiettivo, per tutti, è puntare al rilancio e ottenere un nuovo incontro con Lollobrigida, oppure le sue dimissioni.

 

 

Alla manifestazione di domani non parteciperà sicuramente Salvatore Fais e il suo movimento. Lui in persona non potrà esserci, visto che il 15 febbraio è atteso in aula per difendersi dall'accusa di maltrattamento animale per aver scuoiato un lupo, ma neppure Riscatto Agricolo condivide le azioni di Danilo Calvani e, soprattutto, il contesto politico che sarà rappresentato al Circo Massimo.

Riscatto Agricolo condivide però con Calvani l'urgenza di un nuovo intervento del governo: "Non ci basta la promessa di un tavolo di confronto. Vogliamo subito delle misure immediate. Noi rimarremo, chi se n'è andato è libero di farlo ma qui arriveranno altri agricoltori dal nord entro il fine settimana", ha detto, appoggiando anche la scelta dei 46 trattori che nella mattina di oggi hanno abbandonato il presidio di Via Nomentana 1111.

La nuova sigla creata nella giornata di oggi, il Maf, ha invece indetto una manifestazione statica per sabato. L'appuntamento è alla Bocca della Verità, sempre a Roma, dalle 10 di mattina. Ma già da oggi quattro trattori sono stati messi in presidio in quattro punti simbolici della capitale: San Giovanni, Cinecittà, Ostiense e al Colosseo Quadrato dell’Eur.

 

Diverse anime, poca compattezza

Dopo un mese di manifestazioni e presidi nazionali la rabbia sembra non essere più un buon collante. L'incontro con il governo e la sfilata sul Grande Raccordo Anulare hanno segnato un turning point nel confronto tra le richieste dei manifestanti e la posizione del governo. Oltre al risultato già raggiunto per quanto riguarda l'Iperf, l'esecutivo ha approvato nella notte tra martedì e mercoledì un emendamento che prevede, oltre alla franchigia per esentare dal pagamento i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro, anche una riduzione del 50 per cento dell'importo da pagare per i redditi tra i 10 mila e i 15 mila euro. È stato bocciato, invece, quello presentato dal Pd sempre all'interno del Milleproroghe che chiedeva l'esenzione totale dell'Irpef per la categoria.

Un passo in più che, secondo il governo, potrebbe ridurre la portata delle proteste in corso. Sempre se prima non si esauriscono da sole: in una sola settimana la compattezza iniziale ha iniziato a cedere ed è possibile che dinamiche del genere si ripetino fino alla creazione di tanti micro gruppi. Questo potrebbe causare un indebolimento della forza con cui i manifestanti avanzano le proprie richieste. D'altronde è già successo.

A Sanremo l'invito di Amadeus agli agricoltori perché salissero sul palco dell'Ariston si è trasformato nella lettura di un comunicato, stropicciato e solo dopo la mezzanotte. Il motivo, ha spiegato la Rai, è stato proprio per la difficoltà di trovare un unico interlocutore con cui parlare a causa "dell'elevata frammentazione delle sigle". Le manifestazioni dei prossimi giorni aggiungeranno ulteriori elementi sul tavolo, ma così come la partecipazione elettorale definisce la vita di un partito, anche quella popolare alle proteste segnerà la forza con cui i contadini potranno continuare ad avanzare le loro richieste al governo.

 

 

Le proteste dei trattori, per approfondire