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Editoriali

L'aggressione dei no vax a Speranza è uno schifo

Redazione

Dietro i dementi no vax che hanno minacciato l'ex ministro della Salute ci sono mestatori pseudogiornalistici e la stessa politica. Da leoni da tastiera a buzzurri da riviera

Ci siamo detti più volte che dei leoni da tastiera, campioni di insulto e di minaccia online, non bisogna curarsi né preoccuparsi. E va bene. Nel caso delle continue provocazioni di chi è ossessionato dai vaccini va detto che al mondo dei social si sono aggiunti in servizio quotidiano permanente anche alcuni giornali, come la Verità, anche dotati di buoni rapporti con la maggioranza di governo, e conduttori televisivi, come Mario Giordano. E questo complica un po’ le cose e crea un clima di ancora maggiore ostilità verso chi, dai governanti fino ai medici di base, si deve occupare di tutelare la salute dei cittadini.

A Ostia, sul litorale romano, c’è stato il salto di specie, da leoni da tastiera (con supporto giornalistico) a buzzurri da riviera. Buzzurri e violenti. Minacciosi, pronti all’intimidazione, ai danni dell’ex ministro Roberto Speranza, trovatosi nella contingenza storica a dover imporre i vaccini grazie ai quali è stata arginata la peggiore diffusione del Covid. Speranza era difeso da un cordone di polizia, per fortuna. Va aggiunto a quello un cordone di politica.

Da tutti i partiti, da maggioranza e opposizione, la questione vaccinale non può essere lasciata ai mestatori e ai violenti. Le allusioni malandrine e le mezze verità insinuanti, non devono trovare copertura politica, come purtroppo avviene tra minacce di commissioni d’inchiesta e difese tentennanti delle campagne vaccinali. La questione è seria, nuovi rischi sanitari incombono e si aggiungono alla necessità di far fronte a quelli già noti ed esistenti. Per fronteggiarli non servono e non bastano le maggioranze parlamentari, ma serve una coesione nazionale sui principi di applicazione delle indicazioni mediche e scientifiche. E si comincia non abbandonando a chi lo minaccia un politico per bene e coraggioso come Speranza.

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