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Il presidente della provincia di Salerno Franco Alfieri è stato arrestato
Insieme a cinque persone, il primo cittadino di Capaccio-Paestum è agli arresti domiciliari per aver truccato le procedure di assegnazione di due appalti. Era già stato al centro di un'indagine con il governatore della Campania Vincenzo De Luca nel 2016 per via di una "frittura di pesce"
Questa mattina è stato arrestato il sindaco di Capaccio-Paestum e presidente della provincia di Salerno, Franco Alfieri, esponente del Partito democratico. Secondo le indagini della guardia di finanza di Eboli e dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Salerno, Alfieri, insieme ad altre cinque persone avrebbe truccato le procedure di assegnazione di due appalti banditi dal comune di cui è sindaco per favorire una ditta che in cambio avrebbe affidato alcuni lavori alla società della sorella Elvira, legale rappresentante della Alfieri Impianti S.r.l.
Ai sei vengono contestati, a vario titolo, i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio.
Alfieri è stato anche primo cittadino in altri due comuni del salernitano, Torchiara e Agropoli. Tra i politici del Pd di più lungo corso nel salernitano, è ricordato anche per aver festeggiato la sua prima elezione a sindaco di Capaccio-Paestum facendo sfilare in un corteo tir e ambulanze lungo le strade cittadine.
In passato Alfieri è stato anche capo dello staff del governatore Vincenzo De Luca. Dei due, le cronache raccontano un siparietto del 2016, avvenuto durante la campagna referendaria sulla riforma costituzionale promossa dall'allora premier Matteo Renzi.
De Luca elogiò la capacità di Alfieri di raccogliere consensi sul territorio, usando il termine "clientele": "Ecco, l'impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare 'sì'. Franco, vedi tu come devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso". Da questa frase si aprì un'inchiesta per istigazione al voto di scambio, poi archiviata. De Luca ha poi commentato: "L'anno scorso feci una battutaccia che ha riempito le pagine dei giornali. Non c'era entusiasmo quella sera nella campagna referendaria e vidi seduto in prima fila il mio amico sindaco di Agropoli: tra amici ci sfottevamo, gli dissi 'vecchio marpione clientelare portali al ristorante, offri una frittura' e da qui scatta l'indagine per voto di scambio: questo è un paese in cui dobbiamo riaprire i manicomi".