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Il no alla manifestazione e gli inni a Hamas: così si prepara il Viminale
Domani a Roma previsto l'arrivo di qualche migliaio di manifestanti. I controlli inizieranno in autostrada. Il questore di Roma Massucci: "Esiste un divieto e va fatto rispettare"
Allerta massima, ma numeri ridotti, almeno secondo il Viminale. Non saranno trentamila i manifestanti attesi a Ostiense all’iniziativa di domani per la Palestina – a due giorni dall’anniversario della strage di Hamas in Israele – ma qualche migliaio. Il corteo è stato vietato dalla questura di Roma per motivi di ordine pubblico. L’attenzione è alta: ci saranno controlli fin dal mattino ai caselli autostradali e nelle stazioni, un dispositivo di sicurezza a cerchi concentrici sempre più stringenti attorno all’area di Ostiense e i social sotto la lente degli investigatori. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – impegnato nella sua Avellino nel G7 – teme infiltrazioni violente riferibili ad ambienti anarchici e collettivi universitari. Le misure di sicurezza verranno messe a punto oggi in un tavolo tecnico coordinato dal neo questore Roberto Massucci. Il quale è netto: “Esiste un divieto e va fatto rispettare”.
Si cerca un dialogo con i promotori dell’iniziativa di sabato, bocciata anche dal Tar nonostante il ricorso, per vedere di “trovare tempi diversi e una cornice di legalità” alla manifestazione. La Comunità palestinese di Roma e Lazio ha fatto sapere che non disobbedirà e di aver concordato una nuova data. Gli altri no. La linea del governo è chiara: “Siamo tra i pochi paesi europei ad aver garantito il diritto di manifestare in questo anno, questa volta la decisione è stata presa dopo una serie di analisi delle forze di polizia”. Le opposizioni attaccano chiedono che Piantedosi spieghi in Aula il motivo di questo divieto. Scavallato il weekend caldo dei cortei pro Pal, lunedì sarà la volta delle celebrazioni delle comunità ebraiche. Al Tempio potrebbe arrivare anche la premier Giorgia Meloni.