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in spagna

A Valencia si contano ancora le vittime dell'alluvione. Contestati il Re e il primo ministro Sanchez

Redazione

Domenica una folla ha accerchiato i sovrani spagnoli e il premier in visita nelle zone più danneggiate del disastro che ha colpito Valencia e dintorni, ricoprendoli di insulti e oggetti. Sotto attacco anche il governatore Mazón, mentre il sindacato di Vox promette assistenza legale ai manifestanti più violenti. Proseguono le ricerche al centro commerciale Bonaire ad Aldaia

“Dobbiamo comprendere la rabbia e la frustrazione delle persone per quello che hanno sofferto”. A dirlo è Filippo VI, l'attuale re di Spagna, poco dopo le violente contestazioni ricevute durante la sua visita alla città di Paiporta, fra i comuni più danneggiati dall’alluvione che negli ultimi giorni ha colpito Valencia e le comunità limitrofe. Ad accompagnare il re durante la visita c'erano la regina consorte Letizia Ortiz, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e il presidente della Comunità Valenciana Carlos Mazón, costretti nel giro di pochi minuti dall'arrivo a proteggersi dietro gli ombrelli neri della guardia civil per ripararsi dalle buste piene di fango, bottiglie di plastica e altri oggetti lanciati dalla folla, che riempie di insulti i reali mentre cerca di avvicinarsi al grido di "Assassini! Assassini!”

 

                     

Un uomo ha tentato di colpire il primo ministro Sánchez alle spalle con un bastone, arrivando a ferire una delle sue guardie del corpo alla testa. Nonostante l'immediata attivazione del protocollo di sicurezza da parte della sua scorta, che ha interrotto la visita, un gruppo di cittadini è riuscito ad assaltare l'auto del premier con oggetti, pugni calci e addirittura un pala raspafango, finendo per distruggerne i vetri posteriori. Mentre il monarca ha proseguito il sopralluogo parlando con alcuni dei manifestanti. "Si sapeva, e nessuno ha fatto nulla per evitarlo!” gli ha gridato uno dei giovani presenti al corteo, mentre una sirena suona in sottofondo.

                 

                           

Il riferimento è alla malagestione dell'emergenza da parte del governatore Mazón, accusato di aver sottovalutato i rischi e di non aver attivato tempestivamente i meccanismi di emergenza a tutela dei cittadini. In un video estratto da una conferenza stampa del 29 ottobre (subito cancellato dai media ufficiali e recuperato di recente dalle testate spagnole) continuava a minimizzare l'allerta meteo, rassicurando la comunità valenciana che l'intensità delle piogge si sarebbe ridotta drasticamente nel giro di poche ore: “Considerato quello che sta succedendo, le cose stanno andando avanti fortunatamente senza danni materiali e senza allerta idrogeologica”. Un esito rovesciato dalla realtà, dato che di lì a poco l'alluvione ha causato 217 vittime accertate e oltre mille dispersi,un conteggio che continua a salire senza sosta da giovedì scorso nonostante gli sforzi dei soccorritori.

Non è ancora possibile conoscere il numero di veicoli e persone rimaste intrappolate nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale Bonaire ad Aldaia, nella regione di Valencia. Sviluppato su due piani con una capacità massima di 5.700 posti auto, si è completamente allagato in pochissimi minuti senza via di uscita per i cittadini che si erano recati i negozi e i ristoranti del centro commerciale. Nonostante ciò, i circa cinquanta veicoli ispezionati finora dai sub non hanno riportato vittime all'interno. “Capisco l'indignazione sociale e naturalmente resto a riceverla. È il mio obbligo politico e morale” commenta il governatore sul suo profilo X, mentre parte dell'opinione pubblica chiede le sue dimissioni. 

 

 

L'associazione giovanile di estrema destra Revuelta ha rivendicato l'attacco al presidente del governo. Lo si evince da una chat pubblicata dal quotidiano spagnolo elDiario.es, in cui Adrián Campos, che si presenta come “volontario” di una sua delegazione valenciana, ha commentato in un gruppo WhatsApp: “Noi della mia associazione siamo qui, abbiamo distrutto la loro macchina, ma siamo riusciti a colpirlo solo con un bastone alla schiena”, per poi aggiungere "non so cosa sia successo dopo, ma è uscito vivo dalla nostra zona".

“Comprendiamo perfettamente l'indignazione del popolo spagnolo nei confronti di un presidente che lo ha umiliato. In caso di arresti o multe, i nostri servizi legali sono a vostra disposizione gratuitamente” ha commentato su X Solidaridad, organizzazione sindacale spagnola legata al partito sovranista Vox, il cui deputato Jacobo Robatto Perote, condividendo il video di un bastone scagliato da un manifestante sull'auto del primo ministro Sánchez, ha scritto: "Chiunque sia stato non preoccuparti, domani te ne porterò uno nuovo."