Paesi sicuri

La nave militare italiana Cassiopea è arrivata con 49 migranti in Albania

A bordo dell'imbarcazione arrivata al porto di Shenjin ci sono principalmente bengalesi, egiziani, ivoriani e gambiani. Dopo un primo screening sanitario si avvieranno le operazioni di identificazione, per poi procedere con la valutazione delle domande di asilo e gli eventuali rimpatri

Redazione

La nave della Marina militare italiana, Cassiopea, è arrivata questa mattina (ore 7.30) al porto albanese di Shengjin con 49 richiedenti asilo salvati nel weekend in acque internazionali a sud di Lampedusa, sulla base del protocollo bilaterale tra Albania e Italia sulla gestione dei migranti. A bordo dell'imbarcazione ci sono principalmente bengalesi, egiziani, ivoriani e gambiani, i quali saranno sottoposti alle procedure accelerate di frontiera previste per chi proviene da Paesi sicuri e non ha consegnato documenti di identità.

Nel dettaglio, la prima fermata dei migranti sarà all’interno del porto, dove è stato allestito un hotspot “italiano” per lo screening sanitario. Qualora lungo gli accertamenti si riscontrassero condizioni di vulnerabilità, il richiedente asilo sarà trasferito nuovamente in Italia, così come è avvenuto in qualche caso nei due precedenti trasferimenti in Albania, in ottobre e novembre scorsi. Dopo aver mangiato e ricevuto abiti nuovi, saranno avviate le operazioni per la loro identificazione

Coloro che soddisferanno i requisiti saranno ospitati nel centro di accoglienza allestito a Gjader (a poche decine di chilometri di distanza) gestito sempre dall'Italia, dove i migranti alloggeranno in attesa dell’esito della domanda di asilo. E tutti coloro a cui verrà negata la richiesta, saranno trasferiti nel centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) presente all’interno del campo, dove è stata allestita anche una piccola prigione. 

Secondo quanto riferito dal ministero dell'Interno, altri 53 migranti hanno presentato documenti di identificazione, accelerando così il processo di valutazione delle richieste di asilo e facilitando eventuali rimpatri.

Sul tema dell'accoglienza dei migranti, il Cruscotto statistico del ministero dell'Interno segna cifre in crescita: 283 migranti sbarcati il 19 gennaio, fino a salire a 494 il 20 gennaio. Nel dettaglio, guardando alle partenze (quasi tutte dalla Libia) si registrano 520 arrivi il 24 gennaio, 414 il 25, 468 il 26, per un totale di quasi 1500 in tre giorni. Il primo paese di provenienza è il Bangladesh (considerato paese sicuro dall'Italia) con il 17 per cento dei migranti giunti nel 2025, pari a 525 persone. Subito dopo, 321 migranti sbarcati da inizio anno provengono dal Pakistan, 206 dall'Egitto, e infine 119 dalla Siria. Complessivamente, a gennaio 2025 gli arrivi sono stati 3074, pari al 135 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2024, anno in cui 41.425 migranti arrivati in Italia (su un totale di 66. 617) provenivano proprio dalla Libia.

L'accordo tra Italia e Albania, firmato nel novembre 2023 dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e dal premier Edi Rama, prevede la creazione di due centri di accoglienza in Albania, gestiti dall'Italia, per ospitare migranti soccorsi nel Mediterraneo in attesa di valutazione delle loro domande di asilo. Operativi da ottobre, i centri erano stati inizialmente al centro di dispute legali a seguito di decisioni contrarie dei giudici italiani basate sulle normative europee relative al concetto di “Paese sicuro”. Il governo italiano ha aggiornato l'elenco dei paesi considerati sicuri, ma la questione rimane al momento sotto esame della Corte di giustizia europea, che il 25 febbraio dovrà pronunciarsi su una serie di ricorsi in materia di Paesi sicuri..

“Il trasferimento di 49 migranti, effettuato nel rispetto del protocollo tra Italia e Albania conferma l'efficacia di un modello innovativo che mira a coniugare accoglienza responsabile e contrasto all'immigrazione illegale” ha affermato Michele Barcaiuolo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Esteri e Difesa al Senato, secondo cui “questo modello di gestione condivisa dei flussi migratori rappresenta un esempio di collaborazione internazionale che sta attirando l'attenzione di altri Paesi europei”, oltre che “un segnale chiaro e forte contro l'immigrazione irregolare”. 

Di parere contrario le opposizioni: “Meloni forza la mano e continua con la deportazione di migranti in Albania. Calpesta le sentenze dei giudici, schiaccia il diritto d'asilo, ignora i pronunciamenti della Corte Ue” ha commentato Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare, bollando l'operazione come “un pasticcio normativo costato 800 milioni di euro, nove volte più caro rispetto al trasferimento in Italia”.