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editoriali
L'ennesimo venerdì con i trasporti fermi
I sindacati confederali si impegnino a evitare nuovi scioperi così confusi
Oggi ennesimo sciopero del venerdì per il trasporto pubblico locale con le solite scene nelle città e con i ceti meno abbienti che ne pagano in misura maggiore le conseguenze. A proclamarlo alcune sigle dei Cub e dei Cobas come da copione. Ma stavolta c’è, o meglio ci sarebbe, una novità. Ieri infatti è stato rinnovato il contratto nazionale di lavoro degli autoferrotramvieri con la firma dei sindacati confederali più Ugl e Cisal. Un’operazione che ha lasciato più che soddisfatti i sindacalisti visto che hanno portato a casa 500 euro di una tantum e un aumento salariale nel triennio tra i 220 e i 240 euro. Giusto così perché comunque quando le relazioni industriali funzionano è un bene per tutti, il sistema si dimostra capace di autoregolarsi. La firma ha portato i confederali a cassare un altro sciopero già proclamato per il 1° aprile e almeno questa ce la siamo risparmiata. Ma con tutta evidenza e pensando innanzitutto agli utenti si può fare molto di più. Si può considerare il raggiungimento dell’accordo come una sorta di “giorno uno” del trasporto pubblico locale e, attorno a questo importante passo, tentare di costruire un futuro meno grigio per questo servizio essenziale per la vita economica delle città. E’ molto probabile che Cub e Cobas contestino l’accordo raggiunto ma per il sindacalismo confederale dovrebbe iniziare un percorso nuovo.
In passato gli scioperi proclamati da Cgil-Cisl-Uil e dalle sigle dei Cobas si sono addirittura confusi per le forme di lotta scelte, per la collocazione nella giornata del venerdi e per il palese disprezzo delle ricadute sociali sul popolo dei viaggiatori di tram e metropolitane. Ebbene nella logica del “giorno uno” e in virtù dei buoni risultati incassati i confederali dovrebbe promettere “mai più”. Impegnarsi in futuro a cambiare i propri comportamenti, a de-cobasizzarsi e a contribuire al cambiamento delle regole con l’introduzione del referendum preventivo in caso di proclamazione dello sciopero. Per loro vale la vecchia domanda: se non ora quando?
