Dietro gli aiuti omeopatici offerti dalla Regione ai terremotati c'è l'ospedale di Pitigliano, mecca per creduloni
Acqua e zucchero possono andar bene per un capogiro, non per curare i malati che si trovano nelle zone colpite dal sisma. Eppure è quanto propone la Regione Marche, che su Twitter annuncia: “Da domani, con presidio ad Acquasanta Terme, verrà garantita la distribuzione di farmaci omeopatici”.
#Marche #terremoto Da domani, con presidio ad Acquasanta Terme, verrà garantita la distribuzione di farmaci omeopatici
— Regione Marche (@RegioneMarcheIT) 27 agosto 2016
In coda al tweet, una pioggia di polemiche e battute: “Spettabile Regione Marche”, scrive il Cicap, Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, “non sarebbe meglio limitarsi ai farmaci di efficacia dimostrata?”. “E l'oroscopo per sapere come andrà la giornata no?”, incalzano altri utenti. “Distribuirete anche talismani contro il malocchio?”. E ancora: “Secondo l'omeopatia, dose minore = efficacia maggiore: non distribuiteli e curerete di più”. Qualcuno si chiede se veramente la Regione Marche abbia deciso di buttare soldi pubblici in farmaci composti da acqua e zucchero. Un nuovo cinguettio dell’amministrazione risponde: “I farmaci omeopatici sono offerti gratuitamente da Ospedale di Pitigliano, come già durante il sisma dell'Aquila”
#Marche #terremoto I farmaci omeopatici sono offerti gratuitamente da Ospedale di Pitigliano, come gia' durante sisma L'Aquila
— Regione Marche (@RegioneMarcheIT) 27 agosto 2016
I farmaci omeopatici, se non direttamente dalla regione, sono comunque acquistati con soldi pubblici, pagati dal Servizio sanitario nazionale. Dell’ospedale di Pitigliano aveva scritto nel marzo 2015 Giordano Masini sul Foglio: “Il pronto soccorso è in perenne rischio di chiusura e il posto del cardiologo è vacante, in compenso a Pitigliano c’è dal 2011 un Centro di Medicina Integrata, dove – recita il sito dell’Azienda USL 9 di Grosseto, si “prevede l’utilizzo della medicina ufficiale in maniera integrata con le medicine complementari normate dalla Regione Toscana (agopuntura, omeopatia, fitoterapia) nella cura di alcune patologie diffuse nella popolazione”. In parole povere, l’ospedale di Pitigliano è stato salvato dalla chiusura svuotandolo delle sue funzioni e trasformandolo in una mecca per creduloni a spese della collettività”. Masini ricorda che una meta-analisi redatta dal National Health and Medical Reseach Council, “ribadisce (non è il primo studio del genere sull’argomento) l’inutilità dell’omeopatia nella cura di qualsiasi patologia alla luce di una revisione sistematica di tutte le ricerche sull’argomento”.
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