Due esplosioni in due impianti della Basf in Germania. Incerte le cause. La polizia esclude il terrorismo
[aggiornato in redazione alle 7,38 del 18 ottobre] Erano le 11,30 quando nel porto nord di Ludwigshafen, nella regione della Renania-Palatinato in Germania – circa 60 chilometri a sud di Francoforte – si è sentito un boato con fiamme chiaramente visibili anche a lunga distanza. Un'esplosione ha coinvolto un impianto della Basf, una delle più grandi compagnie chimiche al mondo. Poche ore prima, a Lampertheim – a circa 30 chilometri di distanza dall'altro distretto industriale – un altro impianto della Basf era andato a fuoco causando il ferimento di quattro operai.
L'azienda ha chiesto alla popolazione "di evitare gli spazi aperti e di lasciare chiuse porte e finestre delle abitazioni". Se a Lampertheim, dove la Basf produce additivi per materie plastiche, sembra che l'incendio sia stato causato dallo scoppio di un filtro, sono ancora incerte le cause di quello avvenuto nell'impianto del porto di Ludwigshafen, adibito alla lavorazione di gas e petrolio. Secondo fonti delle forze dell'ordine riportate dai media tedeschi però l'incendio sarebbe divampato da una tubazione tra l'area in cui i liquidi vengono scaricati e i serbatoi di stoccaggio. L'azienda ha riferito che nello scoppio sono morti due operai e feriti diversi lavoratori.
Secondo l'agenzia Dpa, la polizia di Ludwigshafen si dice certa che non vi sia alcun indizio di una possibile correlazione tra le due esplosioni e che, al momento, va esclusa la matrice terroristica.
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