Proteste nel ferrarese per l'arrivo di una ventina di migranti
Bancali in strada e blocchi stradali nel ferrarese lunedì sera contro l'arrivo di alcuni profughi nell'ambito del piano di accoglienza nazionale. Centinaia di manifestanti sono scesi in strada a Gorino, frazione di Goro, bloccando l'accesso all'ostello che avrebbe dovuto ospitare otto donne (di cui una in gravidanza) e 11 bambini provenienti da Nigeria, Guinea e Costa D'Avorio e che era stato requisito parzialmente dal prefetto di Ferrara, Michele Tortora, per il piano accoglienza.
L'agitazione tra i residenti è iniziata già dal pomeriggio, quando sono stati avvertiti dell'arrivo dei migranti. In serata, il blocco stradale che è durato alcune ore e che ha portato all'intervento dei Carabinieri del comando provinciale di Ferrara. Per motivi di ordine pubblico il prefetto ha allora deciso di dirottare i profughi su altri comuni limitrofi di Ferrara, Fiscaglia e Comacchio. L'ostello di Gorino, "Amore e Natura", è di proprietà della Provincia ma è affittato da quattro anni. Il prefetto Michele Tortora aveva dichiarato che la requisizione dell'ostello aveva carattere "eccezionale e straordinario" e che il gestore della struttura aveva offerto la sua disponibilità ad accogliere i migranti.
Tortora aveva anche rivolto un "appello ad amministrazioni pubbliche, associazioni di volontariato e strutture ecclesiastiche" affinché offrissero "ogni collaborazione per rivenire soluzioni ricettive e dare risposta alle ulteriori esigenze di accoglienza che con ogni verosimiglianza si proporranno a breve".
"Questo è l’unico bar per le colazioni rimasto in paese", ha detto alla Nuova Ferrara una residente, "e qui alla mattina ci troviamo noi donne per fare due chiacchiere e stare insieme. Ma anche gli anziani vengono qui e dopo la colazione giocano a carte. Adesso che è requisito, noi dove andremo?". "Se possono essere prese decisioni così importanti per un paese da un momento all’altro visto che la prefettura decide, allora noi scegliamo di manifestare la nostra disapprovazione in questo modo. In fin dei conti questo è un paese democratico e abbiamo il diritto di dire la nostra", ha detto un'altra residente.