Le arancine indigeste al M5s
“Sono stato ingaggiato senza neppure un contratto, in base a un accordo solo verbale. Ho fornito personale e attrezzature, rinunciando per tre giorni alla mia normale attività. A fatica ho avuto un acconto ma dopo la manifestazione non ho visto più un euro ed è trascorso un mese e mezzo. Ho subito pure un danno d'immagine, visto che, nello stand con la mia insegna, le arancine sono state vendute dall'organizzazione a 3,50 euro, anziché al prezzo di 2 euro che io pratico nel mio negozio e che avevo consigliato. Ecco perché ho deciso di adire le vie legali”, spiega lo chef, in credito di 5 mila euro.
Il non meglio precisato “staff” grillino, da par suo, parla di lentezza nella preparazione delle arancine durante la due-giorni e accusa Lombardo di non aver smaltito correttamente gli oli esausti. Tutto falso, secondo l'imprenditore: “Non sono stato messo in condizione di lavorare al meglio, io ho tutte le carte a posto. Credo stiano solo cercando scuse per non pagarmi”. La sua conclusione è una bella stilettata: “Non si può predicare bene e razzolare male”. Dopo il caso delle firme false, il M5S ha un altro macigno sullo stomaco.
Nel pomeriggio Roberta Lombardi ha smentito la notizia, rilanciata da Repubblica Palermo, con un post su Facebook