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Una scena del film "Alien"
In Gran Bretagna via libera all'ibernazione. Ma solo fuori confine
Un giudice dell'Alta corte di Londra ha concesso a una ragazza di quattordici anni di ricorrere alla criogenesi
Una quattordicenne britannica ha richiesto e ottenuto il congelamento del suo corpo dopo il decesso, sperando in un prossimo "risveglio" che, grazie al tempo e alla ricerca, le garantisca nuove cure future. Quello che sembra fantascienza è in realtà un processo scientifico che si chiama criogenesi, ossia l'induzione di un abbassamento artificiale della temperatura corporea del paziente per ridurne i processi vitali. Il "congelamento" ha inizio nella sala di rianimazione dell'ospedale, in cui il paziente si trova in fin di vita, immediatamente dopo l'arresto cardiaco. Sperimentato per la prima volta a Los Angeles nel 1960, è stato sinora utilizzato su di un centinaio di pazienti.
A deciderlo, come riferisce oggi la Bbc, è stato un giudice dell'Alta Corte di Londra, Peter Jackson, che ha scelto di esaudire la richiesta dell'adolescente, morta di cancro a quattordici anni lo scorso ottobre, di "un'ultima possibilità"; questo, in seguito a una battaglia legale senza riduzione di colpi condotta dalla ragazza con l'aiuto della madre, contro il consenso paterno. La famiglia si è però dovuta rivolgere a una società privata specializzata americana – per la cifra di circa 37 mila sterline –. Infatti in Europa non è possibile ricorrere a questa pratica. In Italia ad esempio l'ibernazione è in contrasto con la legge che impone un'osservazione di 24 ore del cadavere.
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