Ambulanti in piazza. Così il M5s cavalca la protesta contro la legge Bolkestein. Ecco di cosa tratta la direttiva europea
Le immagini delle proteste a Roma
Continuano le proteste degli ambulanti a Roma (e in molte altre città italiane) – in corso da settembre, quando i manifestanti avevano occupato l’assessorato alle Attività produttive e poi manifestato in centinaia in piazza della Repubblica – contro la messa a bando delle licenze e contro la legge Bolkestein.
La direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE, conosciuta come direttiva Bolkestein e relativa ai servizi nel mercato europeo comune, è stata approvata ed emanata nel 2006, prende il nome dall'ex commissario europeo per il Mercato interno della Commissione Prodi, Frits Bolkestein, suo curatore e sostenitore. La legge si pone quale obiettivo la semplificazione della circolazione dei servizi all’interno dell’Ue e la loro conseguente liberalizzazione (facilitare le procedure amministrative, eliminare l’eccesso di burocrazia); tutto ciò mediante la creazione di sportelli unici, con la possibilità di espletare tutte le formalità necessarie via internet, bypassando inutili requisiti e autorizzazioni burocratiche discriminatorie basate sulla nazionalità.
Le critiche e le proteste si muovono contro l’applicazione della direttiva agli ambulanti che, recepita dal governo italiano con decreto legge nel 2010, rimette a bando tutte le concessioni per il commercio su area pubblica entro il maggio 2017.
“Sono in ballo 200mila posti di lavoro” aveva spiegato due mesi fa il leader della Lega, Matteo Salvini, accompagnando gli ambulanti fino a Palazzo Chigi e definendo il provvedimento “una normativa demenziale a vantaggio di mafie, multinazionali ed abusivi.”
Oggi, durante la manifestazione a Firenze la consigliera comunale del Movimento 5 stelle, Arianna Xekalos, che chiede di togliere i lavoratori ambulanti dall'applicazione della direttiva, ha dichiarato che “l'errore del recepimento dell'allora governo (2010) rischia di far perdere il posto a milioni di italiani: solo in Toscana si parla di 19mila piccole imprese e di oltre 100mila lavoratori”.
generazione ansiosa