Caso Banca Etruria: assolti tutti gli imputati
L'ex presidente, l'ex direttore generale e il direttore centrale dell'istituto erano imputati per ostacolo alla vigilanza, ma "il fatto non sussiste"
È arrivata la prima sentenza, con tre assoluzioni, sul caso Banca Etruria. L'ex presidente del cda Giuseppe Fornasari, l'ex dg Luca Bronchi e il direttore centrale Davide Canestri, imputati per ostacolo alla vigilanza, sono stati assolti dal gup del tribunale di Arezzo Annamaria Loprete perché “il fatto non sussiste”. A finire sotto accusa i vertici dell'istituto nel periodo compreso tra il 2011 e il commissariamento del febbraio 2015. I pm Roberto Rossi e Julia Maggiore avevano chiesto due anni e otto mesi per Fornasari e Bronchi e due anni per Canestri: li ritenevano responsabili di aver dissimulato le reali condizioni economiche della banca tra il 2011 e il 2013. Bankitalia, unica parte civile ammessa, aveva chiesto un risarcimento danni di 320mila euro.
Secondo il gup, “il fatto non sussiste” in seno alla controversa operazione di cessione di immobili. Nel mirino era finita soprattutto la vendita a un consorzio di imprese della società Palazzo della Fonte, che costituiva la parte principale del patrimonio immobiliare dell'istituto. L'altro capo d'imputazione, quello relativo ai presunti crediti deteriorati, invece “non costituisce reato”. L'accusa sosteneva che nel bilancio 2012 i tre imputati avessero deliberatamente fatto passare come ancora recuperabili dei crediti in realtà marci, provocando peraltro l'errore di Bankitalia che pretese un aumento di capitale inferiore a quello necessario per mettere a posto le cose. Il tribunale ha accolto le argomentazioni della difesa, secondo cui gli imputati avevano comunicato a Bankitalia tutti i dati necessari, peraltro forti del via libera della Consob.
“Era chiaramente commosso e contento”, ha detto ai giornalisti l'avvocato Antonio D'Avirro, difensore di Giuseppe Fornasari. Per il legale “è stata riconosciuta l'estrema correttezza dell'ex presidente di Banca Etruria, che è subentrato in un momento di grande difficoltà per l'istituto lavorando sempre con estrema correttezza”. Soddisfatto anche Stefano Lalomia, uno dei difensori di Davide Canestri: “Questa era la soluzione che ci aspettavamo perché anche nel corso delle udienze avevamo dimostrato la correttezza e il lavoro fatto per la banca dai nostri assistiti”. Antonio Bonacci, difensore dell'ex dg Luca Bronchi insieme a Carlo Baccaredda, ha voluto “ricordare che il processo è stato fatto sulle carte dell'accusa e che noi avevamo accettato il rito abbreviato proprio perché convinti della correttezza poi dimostratasi nel corso del processo”.
generazione ansiosa