L'attentatore di Berlino è stato ucciso a Sesto S. Giovanni. Arrivava dalla Francia ed era passato da Torino
Il ministro dell'Interno conferma: "Si tratta di Anis Amri", ricercato per la strage al mercatino di Natale. Isis pubblica il suo giuramento al Califfato. Gentiloni: "Contro il terrorismo l'Italia c'è" - VIDEO - FOTO
[Aggiornato alle 15.20] Anis Amri, l'uomo ricercato per la strage al mercatino di Natale a Berlino, è stato ucciso a Sesto San Giovanni, Milano. Amri è stato intercettato durante un controllo casuale di una pattuglia delle forze dell'ordine, alle tre di notte, nell'area della piazza Primo Maggio. Due agenti hanno fermato il giovane tunisino che camminava da solo nel buio per un controllo dei documenti. Ma il giovane ha estratto una pistola calibro 22 e ha colpito un poliziotto ferendolo alla spalla. L’altro agente ha sparato e l’ha ucciso. Secondo gli inquirenti, Amri aveva con sé pochissimi effetti personali, nessun cellulare e nessun documento.
The scene in #Milan where #BerlinAttack suspect Anis Amri was shot dead by Italian police pic.twitter.com/7mHofoG68B
— dwnews (@dwnews) 23 dicembre 2016
Le impronte dell'uomo ucciso a Sesto San Giovanni corrispondono a quelle di Anis Amri, come confermato da fonti dell'anti-terrorismo milanese questa mattina.
Sul corpo dell'uomo è stato trovato un biglietto del treno che può aiutare a ricostruire i suoi spostamenti: avrebbe preso un treno da Chambery in Francia a Milano, passando per Torino, dove si è fermato per poche ore. Nella notte, intorno all'una, Amri ha preso un treno da Milano a Sesto, dove è stato fermato e ucciso dalla polizia. Gli inquirenti indagano ora sul perché il tunisino abbia deciso di dirigersi proprio a Sesto e sono alla ricerca di qualche prova su una possibile rete di complici nella zona.
Anis Amri's movements in Europe. He had arrived illegally but could not be deported. Something has gone badly wrong. pic.twitter.com/bx17t3ozTE
— Daniel Hannan (@DanielJHannan) 23 dicembre 2016
L'agenzia di stampa dello Stato islamico "Amaq" ha rivendicato un "nuovo attacco" contro la polizia italiana a Milano "da parte dell'autore degli attacchi di Berlino". "L'autore degli attacchi di Berlino ha effettuato un nuovo attacco contro una pattuglia della polizia italiana a Milano ed è stato ucciso in una sparatoria", riferisce Amaq, che ha anche rilasciato il video con la bay'ah – il giuramento di fedeltà – di Amri al califfo Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico.
#Amaq agency release bayat statement by #terrorist #AnisAmri #terrorism #Propaganda https://t.co/IuOJ1uYqW0 pic.twitter.com/8z2H118DGw
— JihadiThreatMonitor (@JihadiThreat) 23 dicembre 2016
Anis Amri sarebbe stato legato al network di Abu Walaa, predicatore iracheno arrestato in Germania a inizio novembre e considerato "il numero uno dello stato islamico" nel paese. Amri, 24 anni, era originario della città di Tataouine, circa 430 chilometri a sud di Tunisi. Aveva lasciato la Tunisia nel 2011, diretto in Italia. Sbarcato a Lampedusa Amri ha scontato quattro anni in carcere per avere partecipato a una violenta rivolta nel centro di accoglienza migranti. Prima a Catania, poi all’Ucciardone di Palermo. Quando esce arriva il decreto di espulsione. Ma il provvedimento non viene eseguito perché dall'altra parte del Mediterraneo la procedura che spettava alle autorità tunisine non è stata fatta nei tempi previsti per legge. L’Italia è obbligata a lasciarlo andare, non prima di avere inserito i suoi dati nel database europeo. Dal settembre 2015 Amri risiede in Germania. È anche nel mirino delle forze dell'ordine tedesche, indagato per la preparazione di un altro attentato. Lo dice Ralf Jager, ministro dell'Interno del Land della Renania Nord-Westfalia, secondo cui il giovane era stato segnalato a novembre al centro tedesco per la lotta al terrorismo.
"La polizia giudiziaria della Renania Nord-Westfalia aveva aperto una inchiesta presso la corte federale tedesca competente in materia di terrorismo - ha detto Jager – perché sospettava la preparazione di un atto criminale grave che rappresentava un pericolo per lo stato". Il 30 luglio viene identificato e trattenuto tre giorni a Ravensburg, in attesa dell’espulsione dalla Germania. Ma il copione si ripete. Ancora a causa della mancanza di documenti, non è possibile procedere con il provvedimento di espatrio.
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