L'hotel Rigopiano ripreso dall'alto (Foto vigili del fuoco/LaPresse)

Dalle fake-news alle no-news. I quotidiani e il processo sull'hotel Rigopiano

Redazione

Le acrobazie di titolisti e giornalisti. Prima ricordano il presunto "abuso edilizio" e la vicenda del 2008. Poi che tutti gli imputati sono stati assolti. Allora perché parlarne? 

Ci sono le bufale, le fake-news tanto care a Beppe Grillo. E poi ci sono le no-news, notizie che non lo sono, tanto care ai giornalisti e ai titolisti. Perfette per innescare una polemica, far felice qualche complottista, permettere agli avventori di un bar, tra un caffé e una brioches, di pronunciare la fatidica frase: "Hai visto? Hai letto? Io lo sapevo che c'era qualcosa sotto". 

 

Così, mentre i soccorritori continuano a scavare tra neve e macerie per cercare di recuperare i dispersi rimasti sepolti sotto l'hotel Rigopiano, ecco spuntare la no-news. Nel 2008 l'albergo fu al centro di un processo per un presunto abuso edilizio. Scandalo, vergogna. Ecco cosa succede nell'Italia della cementificazione. Il procedimento giudiziario si è concluso con l'assoluzione di tutti gli imputati perché "il fatto non sussiste". Ecco quindi l'inevitabile acrobazia. Da un lato titoli più o meno roboanti sullo "scandalo dell'hotel abusivo". Dall'altro nei testi degli articoli (ma anche in alcuni titoli e verrebbe quasi da dire per fortuna) la "postilla" sull'assoluzione delle persone coinvolte. Qualcuno prova un ultimo colpo di coda ricordando che, prima dell'assoluzione con formula piena era intervenuta la "prescrizione". Cambia qualcosa?

 

Repubblica, per fugare ogni dubbio sul fatto che si tratti di una no-news, intervista il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Francesco Peduto, che spiega: "Sì, l'albergo era in fondo ad un canalone. Ma quella non era un'area a rischio". Decisamente uno scandalo.

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