A Rigopiano aumentano i morti e le polemiche sul ritardo nei soccorsi
Sette le vittime recuperate finora, i dispersi sono 23. Ma l'allarme era arrivato alle autorità 11 ore prima della valanga
Cresce il numero di morti e dispersi nell'hotel di Rigopiano. Nel pomeriggio è stato individuato e recuperato il cadavere di una donna, la settima vittima accertata. Nel conto dei dispersi, che sono ora 23, viene compreso un senegalese di 22 anni che lavorava come inserviente nell'albergo.
Intanto le operazione di soccorso diventano un caso: l'hotel aveva inviato alle autorità una mail 10 ore prima della slavina per chiedere un intervento. L'amministratore dell'albergo, Bruno Di Tommaso, alle 7 del mattino di mercoledì 18 gennaio, aveva inviato un messaggio di posta elettronica alla prefettura e alla Provincia di Pescara, al sindaco di Farindola e alla polizia provinciale segnalando una "situazione preoccupante" con telefoni fuori uso e ospiti "terrorizzati" usciti dall'albergo dopo le forti scosse di terremoto, e intenzionati a rifugiarsi nelle loro auto. Alle 17.30 circa dello stesso giorno l'hotel è stato inghiottito da una valanga di 120.000 tonnellate a 100 chilometri orari. Un impatto, secondo calcoli del servizio Meteomont dei Carabinieri, pari a quello di 4.000 tir a pieno carico.
I Vigili del fuoco proseguono incessantemente le operazioni che procedono con la lentezza imposta dal rischio di crolli all'interno della struttura, sotto il perso della massa di neve che l'ha fortemente indebolita. La tecnica è nota come "urban search and rescue", ed esclude l'uso di macchinari, in quanto il loro impiego è considerato altamente rischioso e le vibrazioni potrebbero determinare cedimenti. I soccorritori lavorano quindi a mano, con vanghe e piccozze, adoperando la massima cautela per avanzare senza compromettere la fragile stabilità sotterranea. Si sta praticando una nuova apertura nell'albergo, dal lato opposto a quello dove finora si e' operato. Scopo del varco è di avere accesso a locali che finora non è stato possibile raggiungere.
"Al Rigopiano si sta tentando di trovare altre vie d'ingresso all'hotel - ha spiegato Paolo Molinari del Dipartimento della Protezione Civile - scavando delle trincee laterali che consentano di individuare punti d'entrata dalle pareti della struttura". "La speranza c'è sempre", aveva detto il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, prima del ritrovamento del sesto corpo. "E' stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. Ero seduto sul divano e i pilastri sono scivolati in avanti tagliandolo in due. Ci siamo salvati per questo", ha raccontato Vincenzo Forti, uno dei superstiti, all'amico Luigi Valiante. "Io - ha proseguito - sono rimasto senza scarpe. Indossavo i leggings che mi aveva prestato la mia fidanzata. In un attimo ci siamo ritrovati in tre in un metro quadrato. Ci siamo abbracciati, nutrendoci di neve". Poco distante Forti sentivano anche le voci di un altro ragazzo e dei bambini, con i quali non è stato possibile comunicare. "La paura è stata tanta e abbiamo pregato", ha detto il sopravvissuto.
"Penso che, entro una settimana, saremo in grado ragionevolmente di fare un primo punto sulle indagini", ha detto il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini, che coordina l'inchiesta con il sostituto Andrea Papalia. Al vaglio dei pm diversi faldoni che si ingrossano man mano con testimonianze, licenze edilizie dell'albergo, rilievi cartografici, fotografie dei luoghi, tabulati telefonici, piano neve e bollettini meteo. Sulla base dei riscontri i magistrati decideranno se vi sono le condizioni per eventuali avvisi di garanzia a carico di indagati. "Dopo questa prima fase - ha rimarcato Tedeschini - passeremo a fare altro". I prossimi giorni potrebbero essere pronti anche i primi riscontri delle autopsie effettuate sui cinque cadaveri recuperati fino ad ora, affidate ai medici legali Ildo Polidoro e Cristian D'Ovidio. Intanto l'allarme valanghe nelle aree colpite rimane di livello 4 anche per lunedì.
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