Non c'è più mafia in Mafia Capitale: arriva l'archiviazione di massa
Il gip Flavia Costantini ha archiviato la posizione di 113 persone su 116: l'accusa di associazione mafiosa sparisce per una serie di indagati
A ottobre la procura di Roma aveva chiesto l'archiviazione per 116 indagati nell'ambito di Mafia Capitale: oggi il gip Flavia Costantini ha accolto la richiesta per 113 di loro, quasi il 100 per cento. Per il giudice non ci sono “elementi idonei a sostenere l'accusa in giudizio”. Le persone coinvolte nel processo più pompato degli ultimi due anni, in sostanza, non dovranno più rispondere dell'accusa di associazione mafiosa. E il pallone si sgonfia ancora dopo i buchi di un paio di settimane fa: Mafia Capitale di fatto è senza mafia.
L'archiviazione riguarda anche Massimo Carminati, l'ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari) già sotto processo nell'aula bunker di Rebibbia per il 416 bis, in riferimento al reato di associazione per delinquere finalizzata a rapine e riciclaggio. Con lui “salvi” anche Ernesto Diotallevi e Giovanni De Carlo, a suo tempo iscritti nel registro degli indagati perché sospettati di essere i referenti di Cosa nostra a Roma. L'idea era pesantissima, ma non è stato trovato alcun riscontro: in altre parole, l'esistenza di una nuova Corleone non è stata minimamente dimostrata.
Niente associazione di stampo mafioso anche per l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno – attualmente sotto processo per corruzione e finanziamento illecito. Il 16 settembre scorso la procura di Roma aveva già richiesto al giudice per le indagini preliminari di archiviare la posizione dell’ex sindaco per il reato di associazione di stampo mafioso. "Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini non risultano idonei a sostenere l'accusa in giudizio nei confronti di Gianni Alemanno con particolare riguardo all'elemento soggettivo del reato (l'articolo 416 bis cp) in merito al ruolo di partecipe nel reato associativo" spiega il gip Flavia Costantini. Scagionati anche l'ex esponente di Ente Eur spa Riccardo Mancini, e gli avvocati Michelangelo Curti, Domenico Leto e Pierpaolo Dell'Anno. L'archiviazione solleva da ogni eventuale responsabilità pure il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, che era indagato per corruzione e turbativa d'asta, e il suo ex braccio destro Maurizio Venafro, accusato invece di corruzione. Per tre posizioni minori, il giudice ha fissato la camera di consiglio e ha disposto la restituzione degli atti al pubblico ministero.