Orge gay, il caso dei soldi del governo. Si dimette il direttore dell'Unar
La decisione dopo la denuncia delle Iene che avevano mostrato un uso improprio dei fondi erogati dall'ufficio. Palazzo Chigi: "Il bando è stato sospeso"
Francesco Spano ha provato a resistere ma alla fine lo scandalo sollevato da un servizio delle Iene lo ha travolto. E così, dopo essere stato convocato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, il direttore dell'Unar, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali istituito presso il Dipartimento per le Pari Opportunità di Palazzo Chigi, si è dimesso.
Secondo l'inchiesta mandata in onda dalla trasmissione di Italia Uno l'ufficio ha stanziato 55 mila euro a favore di un'associazione che sarebbe dedita al business del sesso gay a pagamento. Quando la Iena Filippo Roma aveva intercettato Spano per chiedergli conto di quel finanziamento, il direttore non aveva risposto ed era scappato via facendo finta di parlare al telefono.
Ma dopo la messa in onda del servizio non ha potuto più nascondersi. Ed è stato costretto a fornire spiegazioni (e dimissioni). Nel frattempo il centrodestra e il MoVimento 5 Stelle chiedono che l'ufficio venga chiuso. "Chiediamo che l'Unar, il sedicente 'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali' della presidenza del Consiglio dei Ministri - attacca il leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni - venga chiuso oggi stesso. L'Italia non ha alcun bisogno di un 'ufficio' che con una mano finanzia un'associazione gay nei cui circoli si consumerebbero rapporti sessuali a pagamento e con l'altra scrive lettere ai parlamentari per censurare il loro pensiero". Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo della Lega in Senato, Gian Marco Centinaio, e il senatore di Forza Italia Lucio Malan che annunciano interrogazioni parlamentari. E anche i grillini attaccano chiedendo spiegazioni al sottosegretario Boschi.
Palazzo Chigi, comunicando le dimissioni di Spano, fa sapere che "per quanto non si ravvisino violazioni della procedura prevista, disporrà la sospensione in autotutela del Bando di assegnazione oggetto dell'inchiesta giornalistica, per effettuare le ulteriori opportune verifiche. I relativi fondi, comunque, non sono stati ancora erogati".
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