I tassisti festeggiano la resa del governo. Ma i più duri non mollano
Le sigle sindacali accettano l'intesa con l'esecutivo e fanno ripartire il servizio. Ora un mese di tempo per regolamentare il settore. Ugl, Usb e Federtaxi non firmano e promettono nuove forme di lotta
Trenta di giorni di tregua. I tassisti hanno deciso di interrompere la protesta e accettare l'accordo proposto dal governo. Niente scioperi, forse. Perché alcune sigle sindacali resterà sulle barricate. L'intesa, infatti, non è stata sottoscritta da Usb, Ugl e Federtaxi. E promettono nuove forme di lotta se il governo non farà passi indietro.
Gli altri sindacati, circa una ventina, hanno invece un mese di tempo per mettere a punto una proposta comune da presentare al tavolo con il governo. Ma dopo la mano tesa di ieri sera, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, avverte: "Faremo una riforma seria senza cedere alla piazza. Abbiamo ripristinato la regolarità del servizio e contestualmente abbiamo preso l'impegno di una riforma seria che non si può fare con delle proroghe. Uno Stato serio dà diritti a tutti quelli che hanno investito il loro denaro e ai cittadini che devono potersi muovere liberamente". Insomma se i tassisti pensano che tornare in piazza possa servire a ottenere qualcosa, si sbagliano. Anche perché, aggiunge il ministro dello Sviluppo Economico,
Carlo Calenda, "È inaccettabile che le decisioni vengano prese sotto le pressioni della piazza, sono cose che non appartengono a nessun paese democratico".
In ogni caso il governo, a questo punto, dovrà realizzare un decreto ministeriale per la lotta all'abusivismo e un decreto
legislativo di riordino della materia. Sperando che basti ad evitare altre manifestazioni e altri disagi.
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