Il governo patteggia per le violenze di Bolzaneto
Lo rende noto la Corte di Strasburgo. Alle vittime 45mila euro "per i danni materiali e morali e per i costi e le spese"
Il governo italiano ha riconosciuto l'esistenza di casi di abusi alla caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001 in seguito al ricorso presentato da sei cittadini italiani alla Corte europea dei diritti dell'uomo. La Corte europea per i diritti umani di Strasburgo lo ha reso noto con due decisioni in cui prende atto della risoluzione amichevole tra le parti. Il governo ha inoltre riconosciuto "la mancanza di disposizioni regolamentari adeguate" e "si è impegnato a prevedere norme penali che puniscano l'abuso e la tortura". Inoltre si impegna "ad attuare una formazione specifica nel campo del rispetto dei diritti umani per i membri delle forze di sicurezza".
Il governo italiano ha offerto "la somma di 45mila euro per i danni materiali e morali e per i costi e le spese" nei confronti dei sei cittadini che hanno presentato l'istanza e che in cambio hanno rinunciato a ogni altra rivendicazione contro l'Italia. "La Corte prende atto dell'accordo raggiunto tra le parti". A presentare ricorso sono stati Mauro Alfarano, Alessandra Battista, Marco Bistacchia, Anna De Florio, Gabriella Cinzia Grippaudo e Manuela Tangari.
Nel 2015 la stessa Corte giudicò che quanto compiuto dalle forze dell'ordine italiane nell'irruzione alla Diaz il 21 luglio 2001 "deve essere qualificato come tortura". I giudici di Strasburgo in quell'occasione hanno condannato l'Italia non solo per il pestaggio subìto da uno dei manifestanti (l'autore del ricorso), ma anche perché non ha una legislazione adeguata a punire il reato di tortura.