Salvare i migranti dalle ong, o da Catania?
La bolla mediatica di Frontex e Di Maio e quella della magistratura
Qualche giorno fa, in una bella intervista a Linkiesta.it, Toni Capuozzo ha spiegato perché, sui migranti, non si deve stare né con Salvini né con Boldrini. La faccenda è più complessa, oltre che tragica. Si può aggiungere che non si può stare nemmeno col procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, peraltro preparato. Un rapporto di Frontex, “Rysk Analysis 2017”, ha segnalato che nelle attività di soccorso dei barconi potrebbero esserci “conseguenze involontarie”. Che la presenza di vedette pronte ad accogliere i migranti abbia anche l’effetto di aumentare le partenze, è assodato. Che anche per questo i morti in mare finiscono per aumentare, pure. Ma saltare su questa notizia, travisarla e affermare che le ong sono “taxisti” in business con gli scafisti (indovinate chi: Di Maio) è altra faccenda. Ne sono nate polemiche ai massimi livelli della confusione mediatica – da Saviano alla Cei, per dire – su cui sorvoliamo. La magistratura di Catania ha aperto un fascicolo conoscitivo, al momento senza particolari elementi.
Ma Zuccaro è andato in tv a dire, testuale: “Bisogna distinguere tra ong e ong”, perché “a mio avviso alcune potrebbero essere finanziate dai trafficanti e so di contatti”. In pratica dando voce alle grida di Di Maio. Un procuratore dovrebbe evitare di dire: “Faccio delle ipotesi e ne parlo, dovrei prima fare degli accertamenti”. Forse dovrebbe farli prima, gli accertamenti. E “ho delle ipotesi di lavoro… se dico chiaramente che non tutte le ong lavorano correttamente io non creo corto circuito mediatico”. No? Giovedì intanto la Commissione europea ha specificato che quelle sulle ong sono, al momento, “accuse che meritano rettifiche”. E’ già una tragedia, non servono i magistrati.
Politicamente corretto e panettone
L'immancabile ritorno di “Una poltrona per due” risveglia i wokisti indignati
Una luce dietro il rischio