Aiutarli a casa loro non basta, dice Galantino
Il segretario generale della Cei entra nel dibattito sull'immigrazione e chiude alla distinzione tra migranti economici e rifugiati
Nelle stesse ore in cui il governo è impegnato a far quadrare un accordo con la Libia per rallentare la pressione dei flussi migratori sulle coste italiane, il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, ha detto di non condividere la distinzione tra migranti economici e quelli in fuga dalla guerra, precisando che "aiutiamoli a casa loro" è un refrain che rischia di "essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità". Il riferimento è alla frase scritta da Matteo Renzi nel suo libro, "Avanti", uscito in libreria ieri.
"La frase 'aiutarli a casa loro', se non si dice come e quando e con quali risorse precise, rischia di non bastare e di essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità. Noi lanciamo la campagna 'liberi di partire - liberi di restare' con 30 milioni dall'otto per mille di aiuti concreti". Sulle motivazioni che spingono i migranti ad abbandonare i loro paesi per viaggiare verso l'Italia, non c'è da fare distinzioni: "E' come descrivere due tipi di povertà, come fare la distinzione se uno preferisce morire impiccato o alla sedia elettrica".
Intanto a Tripoli il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha incontrato alcuni sindaci libici con l'obiettivo di studiare un piano per bloccare i traffici illegali di migranti. Il tentativo è quello di affrontare in maniera pragmatica gli sbarchi, e la cooperazione con un paese tanto strategico quanto la Libia – da cui sono partite il 97 per cento delle persone arrivate in Italia dall'inizio di quest'anno – appare un passaggio indispensabile. Dall'incontro, ancora in corso, sembrerebbe esclusa l'ipotesi di creare dei campi nel sud del paese. "Quello che chiediamo all'Italia è di aiutarci con la sicurezza dei confini meridionali tramite le tecnologie che possiede e anche tramite l'addestramento della guardia costiera libica", ha detto ad Adnkronos International uno dei sindaci presente all'incontro.
generazione ansiosa