No al Parco Arafat a Roma
I grillini non onorino l’ex leader e terrorista assieme a Elio Toaff
Un parco per Yasser Arafat e una piazza per Elio Toaff. Lo ha deciso l'Amministrazione di Virginia Raggi, che ha disposto di celebrare il leader palestinese e il rabbino capo, il primo con un parco a Centocelle e il secondo con uno slargo di Colle Oppio. Benemerita la decisione di omaggiare l’ex leader spirituale dell’ebraismo italiano. Pessima quella di intitolare un parco di Roma al leader di Fatah, il capo dell’Autonomia palestinese, l’uomo che auspicava “un milione di shahid” per conquistare Gerusalemme, che orchestrava Intifade assassine e che poi sedeva all’Onu a trattare con tutti i leader mondiali, dopo aver vinto in maniera ipocrita un Nobel per la Pace. Ai primi anni Ottanta, Toaff attaccò il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, per aver ricevuto Arafat nella sua prima visita in Italia, mentre il presidente del Consiglio Giovanni Spadolini si rifiutava di incontrare il leader dell’Olp, e i segretari di Dc, Pci e Psi accoglievano il leader palestinese con gli onori di un capo di governo. All’epoca Arafat e i suoi seguaci avevano versato il sangue di molti ebrei, in Europa come in medio oriente, compreso l’attacco al ghetto di Roma. Le sue azioni avevano inorridito il mondo e Arafat arrivò in Italia in cerca della pubblicità in un momento in cui l’Olp perseguiva la distruzione di Israele. Nel 1982 Arafat non era né un premio Nobel per la pace né un “presidente”. Era semplicemente un terrorista e Toaff lo sapeva. Devono ricordarselo anche i grillini che governano a Roma. Che Arafat ha lasciato una eredità tragica, per i palestinesi come per Israele.
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