Non giochiamo col rischio sismico
L’ennesimo terremoto è un messaggio chiaro: mettete in sicurezza il paese
Bisogna procedere alle demolizioni degli immobili costruiti illegalmente”. Lo aveva detto il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio l’altro ieri, praticamente qualche ora prima che il terremoto colpisse Ischia – un terremoto che ha fatto ancora morti, ancora feriti e dispersi. A un anno esatto dal sisma dell’Italia centrale. E’ come un eterno mantra che ci porta sempre alla stessa lezione: la natura ad alto rischio sismico del nostro paese non lascia scampo, e non saremo un paese al sicuro fino a che la politica non smetterà di essere cauta su certi temi, finché non saranno presi dei provvedimenti seri nei confronti di chi alle norme di sicurezza privilegia il profitto. Così è accaduto negli anni a Ischia, un’isola di meno di cinquanta chilometri quadrati dove seicento edifici erano in attesa di demolizione e migliaia in attesa del condono edilizio.
Saranno i sismologi a dirci la gravità del sisma che ha fatto danni soprattutto a edifici antichi nella zona di Casamicciola, ma concentrarsi sulla magnitudo è un esercizio puramente dialettico. Non esistono terremoti meno pericolosi e altri più pericolosi. Esistono i terremoti, e il nostro paese non può evitarli. Questo è uno di quei temi che dovrebbe trovare esplicito supporto dai vari partiti. E invece ci ritroviamo rappresentanti pubblici come Luigi Di Maio, che nell’ultima formidabile intervista a Repubblica aveva parlato di una specie di “abusivismo di necessità”, una nuova forma di edilizia da tollerare, e poi ieri – dopo l’ennesimo tragico evento – di “sciacallaggio” dei politici precedenti. Delle due l’una: o Di Maio non ha ben chiara la geologia, o non guarda i telegiornali.