Le occupazioni secondo Magistratura democratica
La difesa degli abusivi va bene nei centri sociali, non nella magistratura
Se avessero detto che “la proprietà è un furto”, non solo citando Pierre-Joseph Proudhon, avrebbero fatto più bella figura ma sarebbero stati anche più espliciti. Invece le toghe rosse di Magistratura democratica, per commentare gli sgomberi dei giorni scorsi nella Capitale, hanno preferito far ricorso all’armamentario dei centri sociali. “Avevamo paventato che l’ordine pubblico potesse diventare l’unica soluzione per problemi non risolti attraverso la gestione consensuale di spazi e risorse e il riconoscimento dei diritti sociali e umani”, scrive l’esecutivo di Md dopo l’intervento per liberare l’edificio di via Curtatone dagli occupanti abusivi. Non si comprende bene cosa si intenda per “gestione consensuale degli spazi”.
Nel caso specifico è quell’andazzo che ha fatto in modo che per quattro anni gli abusivi occupassero illegalmente lo stabile e i proprietari pagassero le bollette (240 mila euro all’anno) e le tasse (575 mila euro all’anno). Fanno circa 3 milioni di euro, più circa 5 milioni l’anno di mancati introiti per l’affitto dell’edificio, per un totale di 23 milioni persi in quattro anni dai legittimi proprietari. Per le toghe lo sgombero, ovvero il ripristino della legalità, è stato un “episodio impietoso” caratterizzato da “un tasso di violenza allarmante”. Pertanto Md non solo auspica che il codice Minniti impedisca in futuro sgomberi del genere, ma addirittura chiede “un radicale cambio di paradigma” da parte della magistratura: “E’ necessario tornare alla Costituzione” e alla “prevalenza dei diritti sociali e umani su quelli di proprietà”.
Insomma, non siamo molto lontani dall’“abusivismo di necessità” di cui parla Luigi Di Maio, che in realtà non è la prevalenza di presunti “diritti sociali” sui diritti di proprietà, ma quella dell’illegalità sullo stato di diritto. Questo marxismo da centro sociale non solo è assurdo da parte di chi dovrebbe applicare la legge, e invece vuole “cambiare paradigma” per via giudiziaria, ma è anche inopportuno nella difesa di situazioni di illegalità su cui stanno indagando colleghi magistrati. A proposito, all’esecutivo di Md andrebbe ricordato che lo sgombero di via Curtatone è avvenuto nell’ambito di un’inchiesta per occupazione abusiva del pm Eugenio Albamonte, che oltre a essere presidente dell’Anm è un esponente di spicco di Md.