Operazione anti 'ndrangheta in Lombardia: ventiquattro arresti
Gli inquirenti indagavano sulle infiltrazioni delle cosche calabresi nel mondo dell’imprenditoria e della politica lombarda
Associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d''ufficio, corruzione per un atto d'ufficio, abuso d'ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio e favoreggiamento. Sono questi i capi di accusa che hanno portato questa mattina all'arresto da parte dei carabinieri del comando di Milano di ventiquattro persone (ventuno in carcere e tre ai domiciliari) oltre a tre interdizioni dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como, Pavia e Reggio Calabria. I mandati d'arresto sono stati emessi nei dal Gip del Tribunale di Milano, Marco Del Vecchio, su richiesta dei pm Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Sara Ombra della Procura Distrettuale Antimafia di Milano, e dal Gip del Tribunale di Monza, Pierangela Renda, su richiesta di Luisa Zanetti, Salvatore Bellomo e Alessandra Rizzo della Procura della Repubblica di Monza.
Gli arresti rientrano nell’ambito di un’inchiesta su infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mondo dell’imprenditoria e della politica in Lombardia, che è una costola dell’indagine "Infinito", che nel 2010, sempre coordinata dalle procure di Monza e Milano, aveva individuato gli avamposti ‘ndranghetisti, legati alle cosche di San Luca (Reggio Calabria) in Lombardia che gestivano un ingente traffico di cocaina.
Tra gli arrestati (ai domiciliari) c’è Edoardo Mazza, il sindaco di Seregno, nel monzese, che secondo gli inquirenti avrebbe favorito gli affari con un imprenditore legato alle cosche, in cambio di voti.
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