Il fascismo esagerato (e in prima serata)
L’allarme è eccessivo, ma a troppi piace contribuire alla crescita dell’‘onda nera’
L’allarme sinceramente democratico contro l’avanzata fascista è esagerato, come certe notizie su morti non ancora avvenute. Questo non significa che i fascisti non esistano, anzi. Ci sono, come dimostrano le vicende di Ostia e Como, ma per qualcuno non abbastanza. Alcuni giornali e televisioni sono ben contenti di poter contribuire alla crescita mediatica e politica dell’“onda nera”, anche quando non è determinante. Non fosse altro per dimostrare che non prendono cantonate quando gridano all’emergenza democratica. Il nemico, se non c’è, si crea, o se non è abbastanza forte, lo si legittima.
Chi non ha idee insomma aspetta che l’altro ne abbia. Basta vedere che cosa succede a La7, dove spadroneggiano il pugile Domenico Spada, cugino di Roberto Spada, e Simone Di Stefano. Quest’ultimo, candidato presidente di CasaPound, è ben felice di andare in tv, perché è tutta pubblicità, anche per essere sottoposto a un “processino”, come lo chiama lui. Chi lo ospita accetta pure di farsi sfottere pubblicamente, come è capitato giovedì scorso: “Stasera alle 22.20 sarò a PiazzaPulita. Altro ‘processino’ in arrivo. Se avete fegato e volete mettere a confronto il vostro livello di pazienza con il mio… Vi aspetto!”. Segue emoticon sghignazzante, quella con le lacrime. Ma a che serve dare un palcoscenico televisivo a questi soggetti? Fanno audience? Meno male che a La7 c’è anche chi problematizza la presenza degli Spada e dei Di Stefano. E’ il caso della brava Gaia Tortora, uno dei volti più noti dell’emittente: “Dico la verità – afferma su Facebook riferendosi a Spada – non trovo educativo né una notizia che uno così venga trattato come fosse un dato per l’informazione necessario e indispensabile. A volte rinunciare a un punto di share per guadagnare in credibilità…”. Certe volte, per non aggiornare il parco mostri già parecchio nutrito del dibattito pubblico, basterebbe non dare troppo spazio a personaggi che non sono buffi neanche quando fanno ridere. O no?
generazione ansiosa