Addio a Fabrizio Frizzi. "Grazie per tutto l'amore"
Il conduttore tv è deceduto questa notte, a 60 anni, nell'ospedale sant'Andrea di Roma, in seguito a una emorragia cerebrale. "Con Fabrizio se ne va un pezzo di noi, della nostra storia, del nostro quotidiano", commenta la Rai
"Grazie, Fabrizio per tutto l'amore che ci hai donato". A dare la notizia sono la moglie Carlotta Mantovan, il fratello Fabio e i familiari: Fabrizio Frizzi, 60 anni, è morto nella notte all'ospedale sant'Andrea di Roma, in seguito a una emorragia cerebrale. Il 23 ottobre scorso il conduttore televisivo era stato colto da un'ischemia, durante la registrazione di una puntata del programma "L'Eredità". Ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma era stato dimesso alcuni giorni dopo ed era tornato in tv a dicembre, sempre alla guida del programma di Rai Uno. Un lavoro che lo ha avvicinato e reso familiare al grande pubblico, uno di famiglia, mai sopra le righe ma di carattere, come ha dimostrato nella sua battaglia contro la malattia. E anche sui social network sono tanti a ricordare il garbo che l'ha contraddistinto fin dal debutto e il suo sorriso.
Frizzi ha esordito in Rai a 20 anni con la tv dei ragazzi nella trasmissione "Il barattolo" nel 1980. Da "Scommettiamo che" a "Europa Europa", dal preserale "Luna park" alla maratona benefica "Telethon", era diventato uno dei volti più popolari e amati di RaiUno. Ha condotto per 15 anni "Miss Italia", e proprio al concorso nel 2002 ha conosciuto la moglie, giornalista a Sky Tg24. Sebbene la sua carriera sia legata al piccolo schermo, ha anche recitato in fiction e fatto il doppiatore: Frizzi è stato la voce di Woody, il cowboy di Toy Story.
Nell'ultima intervista di Frizzi, quella concessa a Emilia Costantini del Corriere il 25 gennaio scorso, c'era tutta la sua voglia di vivere, la passione per il lavoro e l'amore per la figlia Stella. "Ora non sono guarito del tutto – diceva Frizzi – ma l’aver ripreso il lavoro, una vita simil-normale, mi dà una carica di adrenalina che è una terapia aggiunta a quella medica. È come se, a ogni puntata, mi si installasse un motore iper-turbo: fino a un minuto prima della diretta-differita, posso accusare stanchezza, appena entro in azione tutto sparisce. Certo, speravo che il processo di guarigione fosse più veloce, ma capisco che devo rispettare gli ordini dei bravissimi clinici che mi seguono: ogni tanto mi bacchettano per la mia foga di sbrigarmi, ci vuole il tempo necessario". E ancora, ha aggiunto: "Diventare padre in età avanzata, come è accaduto a me, è stata una scelta d’amore e non un atto di egoismo: avendo una compagna tanto più giovane di me, so che Stella è comunque in buone mani e ciò mi fa sentire meglio rispetto alle preoccupazioni legate alla mia anagrafe. Lotto per continuare a veder crescere la mia creatura, per esserle d’aiuto e un punto di riferimento".
"Con Fabrizio se ne va un pezzo di noi, della nostra storia, del nostro quotidiano", commenta la Rai. "Non scompare solo un grande artista e uomo di spettacolo, con Fabrizio – prosegue la nota – se ne va un caro amico, una persona che ci ha insegnato l''amore per il lavoro e per l''essere squadra, sempre attento e rispettoso verso il pubblico. Se ne va l''uomo dei sorrisi e degli abbracci per tutti. L'interprete straordinario del coraggio e della voglia di vivere. È impossibile in questo momento esprimere tutto quello che la scomparsa di Fabrizio suscita in ognuno di noi".
Per anni Fabrizio ha condotto la "Partita del cuore", quella in cui scendono in campo la "nazionale cantanti" e la "squadra campioni" per la ricerca, in una serata all'insegna della solidarietà. "Se guarirò – sottolineò Fabrizio in seguito all'ischemia – racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca. Ora è la ricerca che mi sta aiutando". Raccontò anche pubblicamente di aver donato il midollo, invitando gli italiani a seguire il suo esempio: "All'epoca il mio midollo risultò compatibile con quello di una bimba le cui condizioni erano preoccupanti. Ricordo di essere uscito dall'ospedale e di aver subito condotto la 'Partita del cuore' di quell'anno. Sei anni dopo, la più bella sorpresa della mia vita. Ero ancora al timone della 'Partita del cuore', stava finendo la diretta e già scorrevano i titoli di coda, quando una ragazzina mi corse incontro per abbracciarmi. Capii subito che si trattava di Valeria, la bimba alla quale avevo donato il midollo e che era venuta a salutarmi dicendomi di essere la mia sorellina".
Politicamente corretto e panettone
L'immancabile ritorno di “Una poltrona per due” risveglia i wokisti indignati
Una luce dietro il rischio