Cosa c'è di nuovo sul caso di Bardonecchia
La procura di Torino ha aperto un fascicolo sul blitz della polizia francese nella stazione italiana. Parigi ha sospeso i controlli ai confini: "Ma non erano illegali"
Continua il caso diplomatico tra Italia e Francia. La procura di Torino ha infatti aperto un fascicolo su quanto accaduto la sera del 30 marzo a Bardonecchia, dove cinque agenti della dogana francese sono entrati in una sala della stazione ferroviaria, in uso all'ong Rainbow4Africa come centro di accoglienza, per far fare il test dell’urina a un uomo nigeriano che sospettavano fosse uno spacciatore. Secondo l'esecutivo francese il comportamento dei militari è stato regolare, mentre per la Farnesina si tratta di un atto "grave", "considerato del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra stati frontalieri".
Il procedimento è stato aperto dalla procura di Torino a carico di ignoti – dato che le generalità degli operatori francesi sono sconosciute – per i reati di abuso, violazione di domicilio aggravata e violenza privata, ha spiegato il procuratore capo Armando Spataro che ha anche disposto accertamenti, acquisizioni di documenti ed esami di persone informate sui fatti. Il procedimento, si legge nella nota del procuratore, nasce in seguito a una prima annotazione inviata in procura dal commissariato di Bardonecchia. Si valuterà la sussistenza degli estremi per l'iscrizione anche per il reato di perquisizione illegale.
« L’Italie est une nation sœur. Je m’y rendrai dans les prochains jours pour évoquer avec les autorités italiennes l’incident en gare de Bardonecchia. En attendant j’ai demandé à @douane_france de suspendre les contrôles. » #LeGrandJury @LeGrandJury
— Gérald DARMANIN (@GDarmanin) 1 aprile 2018
"L'Italia è una nazione sorella. Ci andrò nei prossimi giorni per discutere con le autorità italiane dell'incidente nella stazione di Bardonecchia. Nel frattempo ho chiesto ai doganieri, che non hanno fatto nulla di illegale, di sospendere il funzionamento del nostro accordo, in attesa di una mia visita al governo italiano", scrive intanto su Twitter Gerald Darmanin, il ministro francese per i Conti pubblici, a cui fa capo la Polizia doganale. "Se bisogna rivedere l'accordo con l'Italia lo faremo, ma la Francia non ha fatto niente di illegale", ha detto il ministro in un intervento nella trasmissione nella trasmissione 'Grand jury' di Lci-Rtl-Le Figaro.
generazione ansiosa