Chiara Appendino (foto LaPresse)

Il pm chiede di rinviare a giudizio la Appendino per i fatti di piazza San Carlo

Valerio Valentini

Già in difficoltà su molti fronti della sua amministrazione, il sindaco è accusato di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose

Era attesa ed è arrivata. La richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco Chiara Appendino, insieme a quelle di altre quattordici persone, è stata inviata dal pm Antonio Rinaudo alla segreteria del gip di Torino, chiamato ora a fissare la data dell'udienza preliminare. L'inchiesta sui fatti di piazza San Carlo – con una ragazza morta e oltre 1.500 feriti – entra dunque nella sua fase decisiva. Nel caso la richiesta dovesse essere accolta dal gip, la sindaca grillina, già in difficoltà su molti fronti della sua amministrazione, dovrebbe presentarsi in Aula, eventualmente dopo l'estate, per difendersi dalle accuse formulate a suo carico: disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose.

 

 

La Appendino, che la sera del 3 giugno del 2017, quella della finale di Champions League tra Juve e Real Madrid, era allo stadio di Cardiff a guardare la partita e a "rappresentare la città", dovrà insomma rispondere della pessima organizzazione dell'evento allestito nella piazza principale di Torino. I pubblici ministeri, infatti, scrivono che i 15 indagati – tra cui anche l'ex braccio destro della sindaca, il "rasputin" Paolo Giordana – "in cooperazione colposa" tra loro, hanno "cagionato la morte per arresto cardiaco di Erika Pioletti, nonché lesioni personali anche gravi e gravissime" ad altri 1.526 tifosi assiepati davanti al maxi schermo montato in piazza San Carlo. 

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