Camping River è uno sgombero pericoloso
C'è una mossa propagandistica dietro il nuovo asse Salvini-Raggi a Roma
“L’Ue blocca lo sgombero di Camping River”, avevano titolato molti media sulla decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo di sospendere fino a venerdì lo sgombero del campo nomadi romano. In realtà la suddetta Corte è organo non dell’Unione europea ma del Consiglio d’Europa. Eppure lo sgombero è stato fatto lo stesso, con ventiquattro ore di anticipo sulla scadenza, e dopo un vertice tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il sindaco di Roma Virginia Raggi, in cui entrambi avevano preannunciato il blitz sottolineando i toni da “schiaffo all’Europa”. Poco importa se era l’Europa dell’evanescente Consiglio di Strasburgo, e non quella dell’Unione di Bruxelles.
“Ci hanno trattato come bestie”, hanno denunciato alcuni degli sgomberati, cosa che dovrà ovviamente essere verificata dalle autorità competenti. Quel che è certo, però, è che la Corte, nella sua sospensiva, aveva chiesto al governo italiano di indicare gli alloggi alternativi previsti per i richiedenti. Il fatto che invece di farlo si sia proceduto direttamente allo sgombero rafforza l’impressione di una mossa che, in stile Salvini, punta più a far propaganda tra un certo tipo di elettori che a risolvere il problema – oltre a porre la questione della dubbia legalità dello sgombero. Un altro dettaglio da segnalare è che nel suo improvviso asse con Salvini, Virginia Raggi ha anticipato l’incontro che era stato annunciato per il 2 agosto a Montecitorio tra il presidente della Camera Roberto Fico e una delegazione di rom e sinti nell’anniversario degli “ultimi 2.897, donne, uomini e bambini rom e sinti dello Zigeunerlager di Auschwitz Birkenau uccisi nella notte del 2 agosto 1944”. Come se un’ala dei Cinque stelle più “antizingari” abbia voluto prevenire il gesto di un’altra ala più conciliante.
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