I tir esplosi non sono solo una fatalità
L’incidente di Bologna ci ricorda l’importanza delle rotaie e degli oleodotti
Un incidente tra un’autocisterna che trasportava gas di petrolio liquefatto (Gpl) e alcune auto ha provocato un incendio sul ponte del raccordo autostradale di Casalecchio, a Borgo Panigale. Il ponte è parzialmente crollato, facendo almeno un morto e decine di feriti. La tragica fatalità, tuttavia, non dovrebbe essere scritta solo nelle pagine di cronaca ma dovrebbe quantomeno consigliare alla politica una cautela ulteriore riguardo alla foga di limitare l’uso di infrastrutture energetiche sicure, senza le quali sarebbe impossibile governare e limitare il traffico veicolare e il trasporto via terra di idrocarburi. La riflessione la suggeriamo in particolare al Movimento 5 stelle, che da anni mostra una certa insofferenza di fronte al tema della costruzione del gasdotto Tap e della transnazionale ferrovia Tav, e che in campagna elettorale ha mostrato insofferenza anche verso la costruzione dell’oleodotto di Tempa Rossa, che dovrebbe portare il petrolio estratto in Basilicata fino in Puglia.
La mancata costruzione, o un cospicuo ritardo, di quell’oleodotto motiverebbe la compagnia francese Total a trasportare 20 mila barili di greggio su almeno 170 camion cisterna, lunghi oltre dieci metri, che ogni giorno farebbero la spola tra la Basilicata e le Marche, alla raffineria di Falconara Marittima, o Roma, alla raffineria della Capitale. Ridurre il rischio, diminuendo il traffico, può essere utile. E lo stesso ragionamento vale quando parliamo di Alta velocità. Una delle ragioni che fa della Torino-Lione una priorità è legata alla composizione modale del traffico che attraversa l’arco alpino occidentale oggi assolutamente distorta: 91 per cento del traffico avviene su strada e solo il 9 per cento su ferrovia. Avere più Alta velocità e più oleodotti non è sufficiente per evitare sciagure ma è necessario per provare a ridurre il rischio il più possibile.
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Una luce dietro il rischio