L'aereo è rotto, il rimpatrio salta e i tunisini tornano liberi
Il sindacato di polizia Siulp di Torino denuncia una storia surreale. Un'operazione che ha coinvolto centinaia di agenti resa inutile dal guasto al motore del velivolo che doveva riportare in patria i migranti
E’ bastato un aereo guasto per rendere inutile una vasta operazione di rimpatrio di un gruppo di migranti che ha coinvolto centinaia di poliziotti. Il sindacato italiano dei lavoratori della Polizia di Stato (Siulp) ha denunciato l’episodio paradossale che pone dubbi sull'efficienza del sistema di espulsione dei migranti irregolari dal nostro paese. “Ci sarebbe da ridere se non fosse che la questione immigrazione è maledettamente seria”, scrive la segreteria provinciale del Siulp di Torino.
I fatti: qualche giorno fa 18 agenti della polizia prelevano dalla questura di Torino 7 cittadini tunisini per scortarli all’aeroporto di Fiumicino. Nel frattempo, da altre parti d’Italia (Bari, Brindisi, Potenza e Trapani), partono altri migranti – tutti tunisini – anche loro diretti a Roma per essere rimpatriati. E anche loro, dice il Siulp, scortati “da circa 100 poliziotti”. Il volo è un charter diretto in Tunisia con uno scalo a Palermo. Ma per un guasto al motore dell’aereo, e dopo un’attesa di 5 ore, l’intera operazione di rimpatrio viene annullata. “Ai 7 tunisini provenienti da Torino, e presumibilmente a tutti gli altri, veniva notificato l’Ordine del questore a lasciare l’Italia entro 7 giorni. A questo punto i tunisini venivano immediatamente rilasciati restando in attesa di una prossima possibile espulsione – denuncia il Siulp – Paradossalmente, affatto disorientati, molti di loro andavano in stazione per ritornare a Torino, 'la gita era terminata'”. E dopo un'operazione durata circa 20 ore, denunciano ancora gli agenti della polizia, non è stato riconosciuto loro il pagamento degli straordinari.
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