Studenti in piazza contro il governo del cambiamento
Cortei in tutta Italia per protestare contro i tagli alla scuola e le politiche sui migranti. A Torino bruciati i manichini di Salvini e Di Maio
Oggi gli studenti sono scesi in piazza in molte città d'Italia – da Roma a Monza, Torino, Palermo, Catanzaro, Napoli e Catania – per protestare contro le politiche di Lega e M5s. "Il governo continua a essere sordo di fronte alle necessità su cui da tempo, le studentesse e gli studenti di questo paese, chiedono una risposta. Diciamo no alle manovre di 'risparmio' sulla scuola che non prevedono ulteriori investimenti, come il taglio di 100 milioni annunciato qualche giorno fa, no a una visione limitata del ruolo dei giovani e dell'Istruzione nella società. Se il governo non ha paura di cambiare – conclude il comunicato degli studenti – lo dimostri investendo in istruzione".
Il Foglio nei giorni scorsi aveva auspicato una manifestazione pacifica degli studenti contro la manovra del governo, ma a leggere comunicati e striscioni sembra che gli studenti si siano focalizzati solo sulle politiche relative alla scuola senza approfondire le conseguenze che il piano economico del governo avrà sul futuro dei giovani italiani.
Sulla manifestazione, sono intervenuti i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il ministro dell'Interno ha commentato il gesto di protesta andato in scena a Torino, dove sono stati bruciati due manichini con i volti dei due vicepremier. Per l'accaduto due ragazze sono state denunciate con l'accusa di vilipendio delle istituzioni. "Questi 'democratici' studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica – ha detto Salvini – Forse capirebbero che bruciare in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa". Di Maio ha invece invitato gli studenti a un incontro, spiegando che "manifestare è sacrosanto, però non è vero che stiamo tagliando". La notizia dei tagli "sta girando da giorni su tutti i giornali: io non voglio che ci dividano i giornali, vediamoci per un confronto e parliamone".
Per il coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, Giammarco Manfreda, non si può "più accettare che questo governo si riempia la bocca di parole come 'cambiamento', per poi offrire solo regresso. Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili".
A Roma, davanti al ministero dell'Istruzione, i manifestanti hanno dato fuoco a una telecamera di cartone posta sopra dei mattoni. "I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni – spiegano – Le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci". Tanti i cartelli contro il governo, tra cui "Lega Salvini e lascialo legato" e "Una scuola sicura è antirazzista è antifascista".
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