La sottile differenza tra Di Maio e Di Majo che gli analfabeti funzionali non colgono
I profili fake confondono il popolo dei social. Ma ai tempi del governo gialloverde il confine tra realtà e fantasia è ancora più labile
Il rischio c'è, ammettiamolo. Quante volte in questi mesi ci è capitato, leggendo dichiarazioni di esponenti del governo gialloverde, di pensare che fosse solo uno scherzo. Magari una parodia perfettamente riuscita. Invece no. Dal “tunnel del Brennero” alla “manina” di Luigi Di Maio, passando per l'abolizione della povertà, era tutto vero. Tutto dichiarato ufficialmente e, soprattutto, diffuso attraverso i social network.
In fondo il problema è proprio questo. Negli ultimi anni, la politica via social ha prodotto alcuni fenomeni e il principale, come ha raccontato l'Agi, è la “disintermediazione”. I politici, ormai, si rivolgono direttamente agli elettori (o ai cittadini, se preferite), senza bisogno di passare attraverso i “canali ufficiali”. Se lo hai letto o visto su Facebook, Twitter e Instagram, è vero, non ci sono dubbi. Perché cosa c'è di più reale della voce del diretto interessato?
Contestualmente, però, accanto ai profili social ufficiali, sono nati una miriade di profili fake, per lo più ironici, pensati per mettere in evidenza i tic e gli strafalcioni dei politici. E' la satira bellezza, direte voi. Dopotutto sono anni che i potenti vengono sbeffeggiati, che male c'è? Niente, se non fosse che al governo, oggi, ci sono Luigi Di Maio & Co. Così può capitare che i cittadini, confusi, non riescano più a distinguere il vero dal falso. Costringendo Facebook, nuovo tribunale della verità mondiale, a correre ai ripari.
Così è accaduto, ad esempio, con la pagina Luigi Di Majo. Che già con la sua “j” nel cognome dovrebbe marcare nettamente la differenza dall'originale. Invece no. Nemmeno l'indirizzo della pagina “dimajoparodypage” e la descrizione “pagina (parody account ufficiale, aperto dal lunedì al sabato, chiuso la domenica)” sono bastati. In molti, infatti, continuavano a non capire si trattasse di un fake. Mentre altri, meno avvezzi all'ironia, si sono addirittura arrabbiati per un profilo che “sbeffeggiava il Movimento 5 stelle”. Fatto sta che alla fine Facebook, come racconta il creatore della pagina, ha deciso di aggiungere un bel “non ufficiale” per fugare qualsiasi dubbio. Mark Zuckerberg, insomma, ha deciso di dare una manina a Di Maio.
generazione ansiosa