Elogio dei volontari del Veneto
In centinaia ad aiutare le zone colpite. Con ordine, con cura di ciò che è di tutti
Potremmo occupare queste righe per stigmatizzare, come tutti fanno da giorni, il problema dell’abusivismo edilizio, di un territorio dissestato e maltrattato da decenni di miopia politica e di cecità delle amministrazioni, ma anche – e va detto – dall’incultura famelica dei privati cittadini. I motivi per denunciare quel che non va non mancano, soprattutto in tempi in cui il governo del presunto cambiamento rispolvera i condoni.
C’è però anche un’altra Italia di cui è importante parlare, in questo caso per elogiarla, e non soltanto perché preferiamo il razionale ottimismo alla lamentela sfascista. Da elogiare, in questi giorni drammatici, sono i volontari del Veneto, di Belluno e della Valle Agordina che sono accorsi in massa, ma disciplinati e senza vociare, anzi persino con un sorriso di incoraggiamento sulle labbra, a dare una mano alle popolazioni e ai territori colpiti da un autentico cataclisma climatico: un fiume d’acqua abnorme e un vento da tornado tropicale che hanno spazzato come pula intere foreste centenarie. Senza aspettare l’appello di nessuno. Oppure rispondendo in quattrocento in poche ore alla chiamata del sindaco di Belluno. A Feltre erano in trecento, da tutta la regione decine di persone sono arrivate in valle per mettersi a disposizione. Persino il personale della Protezione civile, che sta coordinando il loro lavoro e ne ha la responsabilità assieme alle autorità locali, si è dichiarato stupito della generosità, e anche della capacità di fare. Non è questione di fare paragoni con altre situazioni, né di vellicare la retorica di un “Veneto First” che sarebbe quantomai fuori luogo.
Ciò che conta sottolineare è un’altra cosa: e cioè che attraverso associazioni e organizzazioni volontarie, ma innanzitutto grazie a una sensibilità sociale abituata a “trattare bene” il proprio territorio anche le emergenze più gravi si possono affrontare. E’ una questione di cultura sociale, la consapevolezza che ciò che è “la mia casa” è anche un bene di tutti, e bisogna averne cura. Non è soltanto il Veneto, è una buona Italia.
Abituati alla tragedia