Bandiere del M5s bruciate e taxi presi a calci. Perché protestano gli Ncc
Le proteste sono dovute alla non proroga dell’articolo 29 comma 1-quater del decreto legge 207 del 2008 che prevede per gli Ncc l’obbligo di rientro in autorimessa al termine di ogni servizio effettuato
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E' iniziata di prima mattina con una processione abbastanza esigua di auto con clacson strombazzati e megafoni fuori dai finistrini. E' proseguita con un presidio autorizzato in piazza della Repubblica a Roma. Si è poi mossa verso la Prefettura e poi verso il Senato. La manifestazione dei guidatori dei veicoli del servizio a noleggio con conducente ha creato problemi alla mobilità capitolina. Gli Ncc protestano contro alcune misure contenute nella manovra all'esame della commissione Bilancio del Senato. Hanno bruciato le bandiere del Movimento 5 stelle, colpevoli, a loro giudizio, di non avere rispettato le promesse elettorali che riguardavano la loro categoria. Hanno poi scosso e tirato calci ai taxi che passavano in zona.
Le proteste sono dovute alla non proroga dell’articolo 29 comma 1-quater del decreto legge 207 del 2008, che ha aggiornato la legge 21 del 1992 sul trasporto pubblico non di linea, e prevede per gli Ncc l’obbligo di rientro in autorimessa al termine di ogni servizio effettuato. I conducenti sono infuriati anche perché non è stata ancora mantenuta la promessa dei grillini di ampliamento degli ambiti territoriali di operatività degli Ncc – che passerebbero da comunali a provinciali – e la deroga che permette ai guidatori che l'inizio del servizio possa avvenire senza il rientro in rimessa quando sul 'foglio di servizio' siano registrate e la possibilità di avere più prenotazioni con partenza o destinazione all'interno della provincia.
Se gli Ncc protestano i sindacati dei tassisti si dicono soddisfatti, "Valutiamo in modo positivo l'emendamento presentato dai relatori di maggioranza alla legge di stabilità, relativo alla riforma del comparto taxi e noleggio con conducente" commentano Fit-Cisl, Ugl Taxi, Uil trasporti, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Ati Taxi, Associazioni Legale Tutela Taxi e Associazione Autonoleggiatori Anar. "Una riforma attesa da più di un decennio e che trova un corretto punto di equilibrio tra i diversi vettori del comparto, permettendo nello stesso tempo un ammodernamento del servizio. Un giusto compendio tra le legittime aspettative di ripristino della legalità e la necessaria introduzione di una nuova flessibilità regolamentata per gli operatori del comparto".