I medici revocano lo sciopero contro il governo
Tutto quello che è successo in Italia e nel mondo senza fronzoli, fuffa e divagazioni
Italia
Il Fmi taglia le stime di crescita dell’Italia per il 2019. Il pil è previsto allo 0,6 per cento, in linea con le stime di Bankitalia. “L’Italia è una minaccia per l’economia globale”, ha scritto il Fmi nel rapporto. Il presidente dell’Eurogruppo, Mário Centeno: “L’Italia rispetti gli impegni di bilancio”. Il vicepremier Matteo Salvini ha risposto: “La minaccia sono le politiche del Fmi”. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria: “L’Italia non è un rischio”.
La Francia contro l’Italia sui migranti. Il ministero degli Esteri francese ha convocato l’ambasciatrice italiana a Parigi dopo le accuse di Di Maio sul franco Cfa. “Parole inaccettabili”, hanno detto fonti del ministero degli Affari europei francese.
I medici revocano lo sciopero. Il sindacato degli operatori sanitari ha trovato un accordo con il ministro della Salute, Giulia Grillo.
Borsa di Milano. Ftse-Mib -0,35 per cento. Differenziale Btp-Bund a 249 punti. L’euro chiude in rialzo a 1,13 sul dollaro.
Mondo
Theresa May presenta il suo piano B per la Brexit. La premier britannica ha annunciato che cercherà nuove concessioni dall’Unione europea, specie sul backstop irlandese, ma si è rifiutata di escludere la possibilità di un’uscita senza accordo dall’Unione.
La Francia multa Google per 50 milioni di euro a causa di una violazione del Gdpr, il regolamento Ue sulla protezione dei dati.
Kamala Harris si candida. La senatrice democratica della California ha sciolto la riserva e ha confermato la sua candidatura per le presidenziali del 2020.
Nuove sanzioni Ue alla Russia. Sono stati colpiti quattro russi tra cui due ufficiali del Gru coinvolti nel caso Skripal. Sanzioni anche per cinque siriani.
Il premier giapponese Abe è a Mosca per trattare sulle isole contese Curili.
Un’azienda cinese attaccata in Kenya. Alcuni uomini armati hanno ferito 4 persone nella sede dell’azienda cinese che sta costruendo l’autostrada Garissa-Mogadiscio.
I guardiani del bene presunto