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De Vito arrestato per corruzione nell'inchiesta sullo Stadio della Roma

Secondo i pm l'esponente grillino avrebbe accettato tangenti dal costruttore Luca Parnasi per favorire la costruzione del nuovo impianto del club giallorosso a Tor di Valle

Aggiornamento del 9 settembre 2021. Con sentenza 36237/2019, la  Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza 03/04/2019 del Tribunale della Libertà di Roma  nei confronti  di Gianluca Bardelli e Fortunato Pititto, disponendone l’immediata liberazione; ha altresì annullato l’istanza medesima nei confronti  di  Marcello De Vito e Camillo Mezzocapo, rinviando  per nuovo esame al Tribunale di Roma - sezione riesame.  


 

Il presidente della assemblea capitolina Marcello De Vito è stato arrestato questa mattina dai carabinieri con l'accusa di corruzione nell'ambito della inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Secondo i pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, l'esponente del Movimento 5 stelle avrebbe accettato tangenti dal costruttore Luca Parnasi per favorire la realizzazione del nuovo impianto del club giallorosso a Tor di Valle. Con il grillino è stato arrestato e portato in carcere anche l'avvocato Camillo Mezzacapo che, su segnalazione dello stesso De Vito, ha ricevuto degli incarichi professionali. Per l'architetto Fortunato Pititto, legato al gruppo imprenditoriale della famiglia Statuto, e Gianluca Bardelli invece sono stati concessi gli arresti domiciliari.

  

 

Nell'ordinanza firmata nei confronti di De Vito e Mezzacapo, il gip Maria Paola Tomaselli scrive che “l'imprenditore Luca Parnasi, al fine di acquisire il favore di Marcello De Vito che guidava in qualità di presidente del Consiglio Comunale di Roma Capitale i lavori dell'Assemblea Capitolina riguardanti il progetto per la realizzazione del nuovo stadio della Roma, si è determinato, in adesione ad una specifica richiesta di De Vito, a promettere e poi ad affidare diverse remunerative consulenze all'avvocato Mezzacapo il quale ha operato quale espressione dello stesso De Vito”. Secondo il giudice, “De Vito avrebbe messo a disposizione la sua pubblica funzione di presidente del Consiglio comunale di Roma Capitale per assecondare, violando i principi di imparzialità e correttezza cui deve uniformarsi l'azione amministrativa, interessi di natura privatistica facenti capo al gruppo Parnasi".

 

 

 

I pm hanno iscritto nel registro degli indagati, per traffico di influenze illecite, anche Claudio Toti, attuale presidente della squadra di basket Virtus Roma e Pierluigi Toti. Secondo la procura De Vito sfruttando le relazioni che aveva in Campidoglio si era fatto promettere dai due imprenditori 110mila euro in cambio del suo interessamento con il pubblico ufficiale incaricato di approvare il progetto di riqualificazione degli ex mercati generali di Ostiense.

 

 

 

Immediata la reazione del sindaco Virginia Raggi: “Nessuno sconto. A Roma non c'è spazio per la corruzione. Chi ha sbagliato non avrà alcuno sconto da parte di questa amministrazione”.

 

 

Mentre Luigi Di Maio ha già annunciato su Facebook l'espulsione di De Vito dal M5s: “De Vito non lo caccio io, lo caccia la nostra anima, lo cacciano i nostri principi morali, i nostri anticorpi”.

 

 


 

Ecco tutto quello che c'è da sapere sullo Stadio della Roma

 

 

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