Mercoledì in rada a Porto Empedocle un tunisino di 28 anni è morto dopo essersi gettato in mare da una delle due navi affittate dal governo per mettere in quarantena i migranti sbarcati sulle coste italiane. Dopo avere attraversato il Mediterraneo su un barchino, il ragazzo era arrivato a Lampedusa per poi essere costretto, insieme ad altre 119 persone, a tornare in mare in quarantena a bordo della Moby Zazà. Con un gesto disperato, dato che il mare era forza 5, il giovane ha tentato inutilmente di raggiungere la terraferma. La sua morte ha scatenato la rivolta degli altri migranti rimasti a bordo che chiedevano di sbarcare e solo l’intervento della Croce Rossa è riuscito a placare gli animi.
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