Siate vigili contro l'islamismo!
E’ un testo di grande importanza, addirittura capitale, quello che pubblichiamo di seguito. Si pone l’obiettivo di far sentire la voce di quella maggioranza detta “di cultura musulmana” che rifiuta l’islamismo e rivendica la laicità e l’universalismo. Costretta al silenzio da minacce, pressioni, compromissioni, oggi vuole riaffermare la propria esistenza e le proprie convinzioni davanti alle istituzioni pubbliche, alla politica, all’opinione pubblica. Quel che pensano quanti hanno firmato e firmeranno questo appello oggi viene sistematicamente negato, non solo da parte degli islamisti, ma anche dai loro complici, consapevoli o meno. Noi di “Marianne” consideriamo nostri compagni di strada i più esposti tra queste donne e di questi uomini di parola. Sappiamo che sulla loro scia si colloca una moltitudine di spiriti liberi. Nell’ora delle tragedie che minacciano i nostri valori, dare loro ascolto costituisce un’urgenza vitale…
Siamo cittadini di cultura, tradizione o confessione musulmana; siamo atei, agnostici o credenti; siamo d’origine araba, africana, persiana, berbera, turca o curda; siamo francesi, residenti in Francia o amici della Repubblica che vivono all’estero.
Siamo soprattutto, e prima di tutto, democrati con un forte attaccamento alla laicità e ai princìpi della Repubblica.
Siamo infine donne e uomini liberi, universalisti, innamorati della Francia, della sua cultura e dei suoi valori.
ESPRIMERE IL NOSTRO RIFIUTO CATEGORICO NEI CONFRONTI DEGLI USURPATORI E DEGLI APPRENDISTI STREGONI CHE SI ERGONO QUASI AD AUTORITÀ CLERICALE AUTOPROCLAMATA
Anche se non si tratta per noi di rinchiuderci in una logica comunitaria, né di brandire una qualsivoglia identità unitaria, perché, al contrario dei sostenitori del comunitarismo dell’uniformazione religiosa e dell’islam politico, noi rivendichiamo in primo luogo la nostra qualità di cittadine e cittadini, abbiamo semplicemente deciso, di fronte agli avvenimenti e al contesto odierno, di assumerci le nostre responsabilità, per esprimere il nostro rifiuto categorico nei confronti degli usurpatori e degli apprendisti stregoni che si ergono quasi ad autorità religiosa autoproclamata, e si permettono da molti anni, anche nel nostro nome, gli uni di esprimersi, rivendicare, comunicare e agire spesso con la complicità delle autorità pubbliche, e gli altri di minacciare, intimidire, terrorizzare e commettere crimini. I primi così come i secondi agiscono, con una retorica singolare, “nel nome di tutti i musulmani”.
A questo proposito, ci teniamo a ricordare che l’islam – in particolar modo sunnita, che ne rappresenta la stragrande maggioranza – non riconosce alcun tipo di clero. Inoltre troviamo inaccettabile che quell’istanza che va sotto il nome di Cfcm (Consiglio francese del culto musulmano), attraversata da correnti latrici dell’islam politico e da altre legate agli stati stranieri che non rispettano i princìpi laici né le regole della democrazia, possa usurpare una “rappresentanza” di “oltre cinque milioni di musulmani in Francia” con il sostegno delle autorità pubbliche, ormai da diversi anni. Questa buffonata deve finire al più presto, perché non ci sono cinque milioni di persone, in Francia, che si definiscano musulmane. L’islam è una scelta spirituale e intima. L’islam non si eredita e non si lascia in eredità. E quand’anche questa istanza prefabbricata fosse rappresentativa, essa potrebbe rappresentare solo una minoranza incapace di trasmettere un messaggio che rimetta in dubbio quei dogmi arcaici e talvolta violenti che il compianto Abdelwaheb Meddeb chiamava “malattia dell’islam”, che è poi in questo caso l’islam politico.
Per tutte queste ragioni e in occasione della celebrazione della Rivoluzione francese, che ha instaurato la Repubblica e consacrato le libertà individuali e collettive, così come la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, noi chiediamo con forza:
NESSUN CALCOLO POLITICO PUÒ GIUSTIFICARE CHE SI SCENDA A COMPROMESSI CON I SOSTENITORI DEL PROGETTO INTEGRALISTA CHE STRUMENTALIZZA L’ISLAM
- Al presidente della Repubblica, al primo ministro, ai membri del governo, a tutti quanti ricoprono cariche elettive e a tutti i partiti politici repubblicani, di restare saldi e vigili di fronte alle rivendicazioni contrarie ai valori universali, al principio di laicità, rappresentate e incarnate attivamente dalle correnti e dalle personalità legate o vicine ai Fratelli musulmani e ai salafiti. Non ci può essere elezione, promozione o calcolo politico che giustifichi l’accettazione di un compromesso con i sostenitori del progetto integralista e totalitario che strumentalizza l’islam. L’islamismo ci impone una guerra, e la sua arma principale è il terrorismo, ma l’islamismo ci impone anche una grande battaglia ideologica, che dobbiamo affrontare collettivamente. Non dobbiamo mai cedere loro una virgola di quel che costituisce il nostro patrimonio democratico;
- Ai rappresentati delle istituzioni locali, di non arretrare e di far fronte alle pressioni degli islamisti che, al di là dei barbari crimini terroristici, tentano in modo sornione e pernicioso di imporre nella vita quotidiana locale uno stile di vita retrogrado, antirepubblicano e un progetto antidemocratico. Non si tratta solo di ridare potere al territorio e di occupare lo spazio sociale, ma più ancora di lottare con ferma determinazione e senza tentennamenti contro le zone di non-diritto e di comunitarismo, generalmente infestate da agenti di reclutamento per conto dell’islam politico, che sanno approfittare meglio di chiunque altro delle vulnerabilità per attrarre a sé nuovi adepti, a volte attraverso interventi sociali, altre per mezzo, per esempio, del sostegno scolastico. E’ una battaglia che deve derivare la propria forza e la propria efficacia da un sostegno continuo da parte dello Stato, che deve garantire la sua presenza ovunque e sempre;
RIFIUTIAMO QUESTO CLIMA DI TERRORE, COSÌ COME LO RIFIUTA TUTTA LA SOCIETÀ. NESSUNO PUÒ ESSERE MOLESTATO A CAUSA DELLE SUE OPINIONI
- alle istituzioni giudiziarie, di mostrare intransigenza e severità senza sconti nei confronti di tutti quanti uccidano, minaccino, prendano di mira cose e persone con l’obiettivo di creare un clima deleterio e di terrore. Non è ammissibile vivere in una logica di paura, dove i tentativi (progetti) di attentati e gli attacchi islamisti si succedono alle minacce di morte e alle intimidazioni. Rifiutiamo questo clima di terrore, così come lo rifiuta tutta la società. Nessuno può essere molestato a causa delle sue opinioni, del suo credo o non-credo. La giustizia, in prima linea in questa missione repubblicana e democratica, deve infliggere pene esemplari, nel quadro delle leggi vigenti. Questo è il messaggio di intransigenza chiaro che la Repubblica deve mandare agli assassini fanatici e ai loro alleati. Questi ultimi sono i religiosi che legittimano la violenza e si rifiutano di condannare, sono i non-musulmani che, per relativismo culturale, continuano a trattare come bambini i musulmani, rifiutandosi di metterli di fronte alle proprie responsabilità e, più in genere, tutti quanti aiutano, in un modo o nell’altro, a banalizzare e far avanzare il pensiero islamista, terra fertile per il terrorismo e gli atteggiamenti antidemocratici e anti-laici;
- alla società civile, di mobilitarsi e di attingere ai valori della Repubblica per trovare le risorse necessarie a rispondere a tutti i partigiani dell’odio, delle separazioni e delle divisioni. Quando si esprime in Occidente, l’islamismo ha un atteggiamento duplice, per cui mira ad alimentare le correnti dell’estrema destra e i sostenitori della xenofobia, ma anche ad alimentarsi della loro visione antidemocratica e fondata sull’odio. Rifiutiamo questa polarizzazione del dibattito, perché l’islamismo prospera fianco a fianco con gli altri commercianti di odio e in compagnia dei campioni del lassismo e del relativismo culturale;
NON CEDERE AL RICATTO DELL’ “ISLAMOFOBIA”, VERA TRUFFA INTELLETTUALE CHE MIRA A INSTAURARE UNA SORTA DI REATO DI BLASFEMIA SOTTO MENTITE SPOGLIE
- agli intellettuali, di non cedere al ricatto dell’ “islamofobia”, vera truffa intellettuale che mira ad anestetizzare e atrofizzare il dibattito, a impedire la critica delle ideologie o dei gruppi estremisti, di una religione o di un dogma, e a instaurare una sorta di reato di blasfemia sotto mentite spoglie. Pur lottando – insieme alle organizzazioni che operano contro il razzismo – contro il razzismo e le discriminazioni spesso rivolti a persone di confessione o di cultura mussulmana, bisogna essere vigili nei confronti della strumentalizzazione delle battaglie antirazziste da parte di oscuri gruppuscoli che vogliono impedire la libertà di espressione e il diritto alla blasfemia e che, scientemente, si rifiutano di condannare crimini abietti e soprattutto di dare un nome ai loro autori: l’islamismo, il salafismo e/o il salafismo jihadista. Non è fuori luogo ricordare che la cultura della violenza è consustanziale a tutte le correnti dell’islam politico. In questo senso, sarebbe errato e ingenuo credere che esistano degli “islamisti moderati”. Quando lo sono all’apparenza è per obbedire a piccole tattiche politiche congiunturali;
- a tutti i Francesi, a tutte le persone che risiedono sul territorio di Francia e a tutti gli amici della Repubblica, di continuare a operare insieme contro la misoginia, il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo e l’omofobia, di costruire una Francia fraterna, solidale e riunita, nonostante le differenze, le divergenze e le contraddizioni, intorno allo zoccolo duro repubblicano che deve trascendere le divisioni politiche e ideologiche e superare le singole identità.
Lanciamo questo appello perché l’islamismo ha rovinato i paesi d’origine di molti di noi, seminando spesso morti, lacrime, tragedie e desolazione. Spesso – anche – a causa del malgoverno o della complicità passiva o attiva delle istituzioni al potere in loco e di taluni governi occidentali che scelgono la strada del lassismo o del cinismo, come successo durante il decennio nero in Algeria.
LANCIAMO QUESTO APPELLO PERCHÉ L’ISLAMISMO HA ROVINATO I PAESI D’ORIGINE DI MOLTI DI NOI
Per convicersene basta guardare, tra l’altro, allo stato di deliquescenza culturale, sociale, politica, di sicurezza o economica in cui si trovano i paesi che hanno dato spazio all’islam politico. Leviamo questo grido d’allerta perché sappiamo perfettamente, e meglio di chiunque altro, che il salafismo e i Fratelli musulmani, e più in generale tutte le correnti islamiste, sunnite e sciite, che strumentalizzano l’islam a fini politici, sono un veleno estremamente nocivo per le società e la convivenza. Lanciamo questo segnale d’allarme perché rifiutiamo, ora e sempre, l’idea che la Repubblica possa avventurarsi a correre il rischio di ritrovarsi destabilizzata e scossa dall’idra islamista, ormai purtroppo tramutatasi in pericolo interno.
Sì, l’islam spirituale, laddove accetta di sottostare alle leggi e alle regole intangibili della nazione francese, può fondersi armoniosamente ed esprimersi serenamente e degnamente nella Repubblica. Ma noi affermiamo molto chiaramente che l’islamismo, essendo un totalitarismo, è un flagello che ci minaccia tutti, senza eccezione.
Ecco perché dichiariamo con la massima gravità che è vitale per noi cittadini, per la Repubblica, per la Francia, essere lucidi, responsabili e vigili in ogni istante!
traduzione di Elia Rigolio