Per una misurata tensione misogina
Argomenti per una misurata tensione misogina (Donald Trump a parte)
di Giuliano Ferrara
Il parlare delle donne, il parlare con le donne, il parlare contro le donne sia una questione di stretta e pertinente attualità e problematicità, non uno scandalo, la violazione intollerabile di un tabù.
Posso appena tollerare il femminismo delle donne, quello degli uomini no
di Chiara Valerio
Che dei difetti delle donne, parlino le donne. Quando Giuliano Ferrara parla delle “sfumature della verità” e auspica “un maschio galante e decoroso”, un “sentimentale senza complessi” che scriva un saggio sulla misoginia, capisco subito – anzi, so – che le sue parole non possono essere “strutturalmente” verità. Perché la verità non ha sfumature.
Attento Giuliano, le donne stanno al gioco ma poi giocano con la nostra pelle
di Umberto Silva
Che belle parole quelle di Giuliano dedicate alle donne, le ho fatte leggere ad alcune di loro e sono rimaste estasiate come nemmeno una malinconica carezza di Brad Pitt o un vampiresco bacio di Alexander Skarsgard. “Che anima gentile”, sospira la gentile Paola, “Ferrara c’invita al gioco”. Ringhia Gloria, la più intransigente del gruppo: “Pensare solo lontanamente che Trump possa diventare presidente degli States è pensare male, come dire che l’Isis può vincere. Disfattismo cosmico”.
Hillary coglie la donna al balzo
di Mattia Ferraresi
Clinton approfitta delle uscite grezze di Trump per un fuoco di sbarramento contro i repubblicani populisti che si oppongono all’aborto. “Sono dei Trump meno sgargianti”. Nella conferenza stampa del New Hampshire infatti la candidata democratica s’è adagiata placidamente sull’opinione dominante a proposito degli oltraggi maschilisti di Donald Trump, tratto ricorrente del ciuffo più rumoroso d’America sottolineato ancora una volta dal dibattito con Megyn Kelly, incastonato dentro al più generale dibattito di Fox News.
Le russe: ridateci i fornelli
di Marta Allevato
Giro di voci da Mosca a proposito del femminismo. Non è mai esistito, e se ci fosse sarebbe un male. Cinica e lapidaria, Olga Lipovskaya, la veterana dei diritti della donna in Russia, riassume così al Foglio la storia del femminismo nel suo Paese. Qui, gli attacchi verbali alla giornalista Megyn Kelly, sferrati dell’aspirante candidato presidenziale americano, Donald Trump, sono stati quasi ignorati dai media, alle prese con la svalutazione del rublo, la crisi ucraina e quella economica.
Appunti, senza maramaldeggiare, su (mal)educazione sessuale e Trump
di Adriano Sofri
Caro Giuliano, cara Selma, voglio ricapitolare per voi alcune tappe della mia diseducazione sessuale. Avevo undici anni quando arrivai a Roma da una città di provincia, erano i primi anni Cinquanta. Fino ad allora, se non ricordo male, non avevo idea che le donne avessero le mestruazioni, qualunque forma lessicale una simile idea potesse prendere: così come l’ho detta, era escluso che venisse enunciata.